BOLOGNA. «Nel 2025 sulle strade di Bologna siamo già arrivati a sette morti solo fra gli utenti vulnerabili, cinque pedoni e due ciclisti: chiediamo più coraggio politico al Comune nell’applicare la Città 30, che dovrebbe tutelare prima di tutto loro». Lo affermano le associazioni riunite nella rete Bologna30 commentando, in una nota, l’investimento che stamattina è costato la vita alla ciclista cervese 23enne Viola Mazzotti in via dell’Arcoveggio. «Se nel 2025 i morti aumentano rispetto al 2024, anno in cui non si è registrata nessuna vittima a piedi, il problema non è il modello Città 30 ma come lo stiamo attuando. Questa inaccettabile inerzia sta costando vite umane. Non possiamo accettare che la sicurezza resti un concetto astratto mentre i cittadini muoiono in strada”. Per questo “chiediamo all’amministrazione fatti concreti per riprendere in mano le redini di Bologna Città 30. È evidente che il rispetto del limite di velocità e degli attraversamenti pedonali e ciclabili sia di nuovo peggiorato: serve agire e va fatto ora. Le soluzioni sono note da tempo e vanno applicate», scrivono le associazioni. «Chiediamo per l’ennesima volta il ripristino dei controlli della Polizia locale allo stesso livello del primo anno: almeno 60 servizi a settimana, concentrati sulle strade a 30 orari, con infovelox e telelaser e sugli attraversamenti pedonali e ciclabili. Torniamo a reclamare un programma urgente di interventi di ‘traffic calming’ efficaci e diffusi: almeno 200 cuscini berlinesi e decine di dossi, strisce pedonali e ciclabili rialzate, golfi ampi agli incroci in tutti i quartieri per rallentare davvero la velocità, anche in fase di svolta».
In via dell’Arcoveggio, stamattina, aggiungono, «probabilmente non sarebbe finita così se quell’incrocio avesse avuto l’attraversamento ciclopedonale rialzato e golfi laterali ben più larghi che impediscano di tagliare facilmente la curva». Chi percorre via dell’Arcoveggio in bici e a piedi “conosce il rischio: numerosi attraversamenti ciclabili e pedonali sulle immissioni laterali- continua la nota- ma nulla che costringa le auto a rallentare, come strisce rialzate e golfi ampi agli incroci. A quando il ridisegno di questa strada con il rialzo di tutti gli incroci con le laterali e raggi di curvatura molto più duri? A quando un piano pluriennale dettagliato, strada per strada, mese per mese, di quanto si intende mettere in campo per riprogettare le nostre strade? E dove sono i cartelli della campagna comunicativa promessa sul rispetto delle strisce?». Ogni giorno che passa senza interventi fisici e senza controlli «è un giorno in cui qualcuno rischia di non tornare a casa. Non vogliamo altre promesse: vogliamo fatti. Subito».. Messaggio che sarà ribadito anche domani: la rete di associazioni, infatti, promuove un presidio alle 18 all’incrocio fra via dell’Arcoveggio e via De Giovanni, cioè nel punto in cui è stata investita la 23enne.