Naufragio con il carico di coca, dal Brasile confermata la condanna per lo skipper di Cervia

Mandato di cattura
Per i due romagnoli le procedure per il mandato di cattura internazionale erano già state avviate dal tribunale federale dello stato del Sergipe all’indomani dell’appello, durante il quale l’accusa aveva chiesto rispettivamente 33 e 19 anni. Per Migani il verdetto di colpevolezza emesso dalla Corte del Tribunal Regionale Federal era arrivata a 20 anni. Non era seguita però alcuna azione nei confronti dei due italiani, non essendo ancora arrivata una condanna definitiva, che per la giustizia brasiliana giunge dopo quattro gradi di giudizio. Ciò non toglie però peso all’ultima sentenza del Superior Tribunal de Justiça, una sorta di Cassazione italiana alla quale si erano rivolti i due imputati assistiti dagli avvocati Emanuel Messias Oliveira Cacho e Anna Cecilia Andrade Cacho.
Il naufragio
Così, sull’onda dei tempi della giustizia carioca, sono trascorsi ormai sette anni dal fatidico naufragio del 2011. Quella notte di Natale, l’Ornifle, la barca a vela condotta dallo skipper con a bordo la ragazza forlivese, si era arenata imboccando la foce di un fiume. Dopo essersi messi in salvo su una zattera di salvataggio, Migani aveva sparato un razzo d’emergenza, richiamando l’attenzione della polizia. A bordo dell’imbarcazione era stato scoperto il carico di cocaina purissima divisa in 280 panetti, del valore di 15 milioni. I due membri dell’equipaggio erano stati subito arrestati e portati in carcere, vivendo, durante i mesi di detenzione anche una violenta sommossa innescata dai carcerati.
La testi difensiva
Migani e la Pierguidi si erano sempre dichiarati innocenti, ribadendo un ricostruzione dei fatti ben diversa: accortosi solo poco prima del naufragio che qualcuno a sua insaputa aveva riempito lo scavo di droga, lo skipper cervese era stato minacciato da altri presunti e non meglio identificati membri dell’equipaggio, che gli avevano mostrato anche foto di familiari a lui cari per convincerlo a portare a termine la tratta. Migani aveva quindi deciso di simulare il naufragio per evitare i rischi che quel viaggio da narcotrafficanti in erba avrebbe potuto comportare.