Cesena: partiti 2 bus carichi di aiuti, tornerano pieni di profughi

Cervia

Da Cervia e da Cesena (dove è stata coordinata l’importante operazione umanitaria) sono partiti due autobus, stipati di aiuti per le popolazioni ucraine martoriate dalla guerra. Arriveranno fino al confine con l’Ungheria, scaricheranno i generi di prima necessità e ripartiranno alla volta della Romagna: carichi di profughi in fuga dalle bombe, che potrebbero essere destinati a soggiornare in Romagna.

L’operazione umanitaria è stata organizzata dalla “6ª Delegazione Emilia Romagna” e dai Comitati Locali Ipa (International Police Association) di Ravenna e Riccione, assieme all’Unsi di Pesaro, alle associazioni nazionali carabinieri, polizia di stato, guardia di finanza, polizia penitenziaria, vigili del fuoco, capitaneria di Porto e Marinai d’Italia di Rimini e Riccione assieme ai Vaps (volontari assistenza pronto soccorso di Riccione).

Tutti questi enti che fanno parte dell’universo delle forze di polizia e di soccorso pubblico, in queste settimane di guerra hanno unito i propri sforzi. Hanno raccolto quanti più generi di prima necessità che potevano ed hanno noleggiato di tasca propria (trovando appoggi anche nella zona di Venezia) gli autobus e gli autisti disposti a percorrere i viaggi della speranza.

Sono riusciti a organizzare due pullman che raggiungeranno l’Ungheria per consegnare direttamente nelle mani dei “colleghi” della Polizia Ucraina cibo e medicinali in gran quantità. Ma soprattutto consentiranno a 115 donne e bambini dai 2 ai 13 anni (familiari di colleghi della polizia) di raggiungere l’Italia e di essere ospitati in idonee strutture alberghiere, lontano dalla guerra.

Per questo fine sono state pre allertate le prefetture di Ravenna, di Rimini e di Pesaro. Che in queste ore stanno continuando a monitorare la possibilità di avere sempre nuovi spazi da destinare ai profughi in arrivo. Una volta in Italia si saprà se per questi 115 tra donne e bambini la fuga dalla guerra si concluderà con una sistemazione in Romagna. Oppure se dovranno proseguire per altre parti d’Italia dove ad attenderli ci sarà un rifugio sì lontano dalla propria Patria ma certamente anche dalle crudeltà della guerra e dal pericolo delle bombe.

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