Cervia. Papeete contro il Comune in tribunale, il Consiglio di Stato dà ragione al bagno

Si è conclusa nei giorni scorsi una battaglia legale che ha visto contrapporsi per oltre 10 anni Papeete Beach Srl e Comune di Cervia: materia del contendere era l’autorizzazione a vendere articoli di abbigliamento, oggettistica e accessori all’interno dello stabilimento balneare, attività per la quale la società aveva presentato la Dia nell’ormai lontano aprile del 2007, per poi vedersi notificare un’ordinanza di annullamento da parte dell’amministrazione cervese ben 5 anni dopo, nell’agosto del 2012. Ne era scaturito un ricorso al Tar, nell’ambito del quale i giudici avevano però dato ragione al Comune: Papeete Beach Srl ha così impugnato la sentenza di fronte al Consiglio di Stato, che negli ultimi giorni di febbraio si è espresso a favore della ricorrente, ribaltando quindi il primo pronunciamento del tribunale amministrativo e condannando la municipalità alla rifusione delle spese del doppio grado di giudizio, quantificate in 6000 euro, oltre agli accessori di legge. Le ragioni della sentenza? In estrema sintesi «appare evidente - scrive il giudice estensore Annamaria Fasano - che l’operato dell’Amministrazione è intervenuto in un limite temporale che non risponde al canone di ragionevolezza». Tradotto, il Comune si è mosso con eccessiva lentezza, e non solo in relazione alla presentazione della dichiarazione di inizio attività del Papeete, ma anche per quanto riguarda lo stesso procedimento di annullamento di autotutela avviato nel 2008 ritenendo appunto che la Dia del bagno fosse difforme rispetto al Piano particolareggiato dell’arenile e alla legislazione regionale vigente. E dire che la giustizia amministrativa avrebbe concesso anche una sorta di via d’uscita ai ritardi dell’amministrazione, poiché «l’annullamento di un atto autorizzativo intervenuto ad una distanza temporale considerevole dal provvedimento annullato deve essere motivato in relazione alla sussistenza di un interesse pubblico concreto ed attuale»: tuttavia, si legge nella sentenza, «a tale onere procedimentale il Comune di Cervia non ha ottemperato». E così, «stante il difetto di motivazione degli atti impugnati intervenuti oltre il termine ragionevole nell’ambito dell’esercizio del potere di autotutela dell’Amministrazione», il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di Papeete Beach Srl annullando gli atti impugnati.
M.D.