Cervia, guerra legale nel condominio: «Lavori senza autorizzazione»

Lavori abusivi e rumori in un appartamento di un condominio di Milano Marittima, e parte la denuncia nei confronti del Comune.
A procedere per via legale è stato un architetto che risiede nell’immobile e contesta quello che per lui sarebbe un «abuso edilizio».
«Il Comune non mi ha mai ricevuto - afferma -, ma io ho tentato in tutti i modi di non mettere in difficoltà l’Amministrazione e gli altri attori della vicenda. Non mi restava che denunciare la responsabile del procedimento, che ha dato il via ai lavori senza poterlo fare». Tutto era iniziato nel 2022 con la richiesta di una condomina alla assemblea di condominio, di ampliare il proprio appartamento. Il progetto veniva però bocciato immediatamente alla unanimità. Ma dopo un anno partivano i lavori senza che nessuno intervenisse per contestare l’illecito. «La nostra amministratrice è la maggiore responsabile - continua l’architetto -, perché non ha fatto nulla per applicare ciò che aveva deciso l’assemblea di condominio. Ci siamo così accorti che la condomina ha costruito un muro sotto la loggia. Ho cercato anche di parlare con il nuovo sindaco ma non mi ha neanche ricevuto e i lavori stanno continuando. Si tratta di una ristrutturazione interna dell’immobile con incrementando di superfici. Oltretutto si vogliono chiudere due logge per farle diventare altrettante camere. La posizione del Comune è insostenibile». «Le opere sono riprese indebitamente il 17 maggio - precisa - senza la presentazione di alcun titolo edilizio valido, in contrasto anche con la causa legale in corso che andrà a sentenza nel 2025».
Dopo la denuncia il giudice aveva tentato una conciliazione, ma l’assemblea di condominio ha negato per 2 volte l’autorizzazione dei lavori. E intanto i proprietari delle case lamentano anche i rumori provocati dai macchinari del cantiere.
«Mancava e manca la scia del 2022 ma i lavori sono iniziati lo stesso - ribadisce il professionista -, e noi tutti stiamo subendo un grave danno. Ora la posizione degli uffici comunali si aggrava, con l’ordinanza che risulta una errata interpretazione delle norme. Non è mai esistito alcun titolo edilizio valido e quindi trattasi di abuso edilizio. L’ufficio pubblico per competenza avrebbe dovuto immediatamente contestare i lavori».