Focaccia group, l’azienda che si era impegnata a rilanciare la ex Farmografica di Cervia, rinuncia, perché non può ottenere i contributi a fondo perduto che ritiene necessari per l’operazione. E stamane, a quanto si apprende, ha convocato i dipendenti per “comunicazioni urgenti”. Per permettere la riattivazione del business nel settore farmaceutico e il reimpiego di tutta la forza lavoro, secondo la società servono 16 milioni più altri 5,5 per la costruzione della struttura edilizia. “Cifre troppo impegnative per chiunque, attivandosi da zero, coscienti che nel settore farma sono necessari almeno due anni dell’attivazione delle linee produttive per ottenere le certificazioni necessarie e poter iniziare a riproporsi alla clientela”, si legge in una lettera inviata il 31 ottobre a Provincia, sindacati, Prefettura, Regione e Comune e firmata dal ceo del gruppo Riccardo Focaccia. L’azienda contava di ottenere contributi a fondo perduto di almeno il 50%, ma dopo l’incontro coi tecnici di Invitalia è stato chiarito che la cosa non si può fare. E senza quei contributi, chiarisce Focaccia, “non è sostenibile procedere”, dunque “comprendiamo non sia un aiuto contemplato nelle regola dello Stato e accettiamo miseramente la debacle”.
Invitalia, riassume Focaccia, ha chiarito che l’intervento possibile è pari a un fondo di investimento, ovvero “ci hanno invitato a presentare un budget secondo le nostre aspettative e preventivato circa quattro mesi per valutarlo ed eventualmente finanziarlo con partecipazione di capitale di minoranza da restituire al quinto anno di esercizio”. Il risultato è che Focaccia “dovrebbe investire 21 milioni di euro in cinque anni, iniziando a fatturare (forse) dopo due anni dall’apertura”, è la sintesi dell’ad.