Cervia, abbattuti due pini secolari: la città si divide fra favorevoli e contrari

Per i due maestosi pini che dominano il viale Ravenna è giunto il momento dell’addio: un’ordinanza comunale ne ha decretato l’abbattimento perché ritenuti instabili e potenzialmente pericolosi. La decisione ha subito spaccato l’opinione pubblica, trasformandosi in un vero e proprio tormentone cittadino.
Da una parte, c’è chi vede nei pini un “valore imprescindibile” che caratterizza l’immagine e la storia della città. Dall’altra, chi preferisce sacrificare gli alberi piuttosto che rischiare che possano crollare su persone o automobili alla prima sventagliata di vento. A pesare sulla scelta si aggiunge anche il problema delle strade dissestate, causate dalle radici affioranti.
«Sono scelte discutibili – sostiene su Facebook l’attivista Claudia Lanzillotti, impegnata da anni contro l’abbattimento dei pini – che abbandonano qualsiasi visione urbanistica di lungo periodo. In un’epoca di gravi cambiamenti climatici, sarebbe fondamentale approvare progetti in grado di salvaguardare le alberate esistenti. Solo gli alberi possono fornire preziosi servizi ecosistemici e contribuire a mitigare inquinamento e isole di calore».
Lanzillotti propone di coniugare «sicurezza e conservazione» tramite interventi sul manto stradale che preservino gli apparati radicali e riducano, di conseguenza, i costi legati sia all’abbattimento sia alle nuove piantumazioni. «Le giovani piante – spiega – necessitano di circa 50 litri d’acqua ogni due o tre giorni per i primi quattro o cinque anni, in un’epoca segnata da periodi di siccità sempre più frequenti».
La ricetta degli ambientalisti è “dare respiro” ai pini, ampliando il raggio di terreno libero attorno ai tronchi. Non tutti, però, la pensano così: c’è chi taglia corto con un secco «speriamo li abbattano tutti», provocando la reazione di quanti invocano «le moderne tecniche di arboricoltura» per una gestione più rispettosa.
Il dibattito intanto prosegue, e potrebbe coinvolgere presto anche i turisti, da sempre affascinati dagli “ombrelli verdi” che incorniciano il centro storico. Sarà interessante capire se la loro percezione cambierà di fronte alle buche dell’asfalto o se, al contrario, a pesare saranno ancora le ferite lasciate dalle due trombe d’aria estive che hanno abbattuto circa 10 mila alberi in città.
Per ora, l’ordinanza resta in vigore: i due pini sono destinati a cadere. Resta da vedere se l’eco delle proteste basterà a far germogliare un nuovo approccio al verde urbano, capace di conciliare sicurezza, estetica e sostenibilità.