Cervia, Claudio Casadio nell'Oreste: l'intervista

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Al teatro “Walter Chiari” di Cervia fa ritorno Claudio Casadio, attore e cofondatore con Ruggero Sintoni di “Accademia Perduta/ Romagna Teatri; centro che ha pure coprodotto L’Oreste. Quando i morti uccidono i vivi in scena stasera alle 21, con replica mercoledì 19 gennaio. Sempre domani ma alle 18, nel ridotto si svolge l’incontro con la compagnia. L’Oreste è Claudio Casadio che dà vita a un personaggio cucitogli addosso da Francesco Niccolini autore di un testo originale che trae dall’Orestea. Il protagonista interpreta un romagnolo malato di mente che vive nell’ospedale psichiatrico l’Osservanza di Imola. L’Oreste, che parla con inflessione romagnola, non ha avuto una bella vita; da bambino ha visto la sorella Mariù venire uccisa dai maiali mentre giocava con lei; ha poi visto la madre uccidergli il padre. Così si estranea dalla realtà e vive storie belle attraverso personaggi immaginari: sono la sorella Mariù, l’amico Ermes, un dottore e un infermiere. Personaggi che esistono solo come proiezioni mentali, e come tali anche il pubblico le vede. I personaggi sono infatti disegnati da Andrea Bruno e animati con video proiezioni mentre dialogano con Oreste. Lo spettacolo nasce per “Lucca comics” festival del fumetto; si completa con le musiche originali di Paolo Coletta e la regia di Giuseppe Marini.

Dopo vari testi contemporanei anche corali questa volta, Casadio, affronta una prova d’attore in solo, pure con qualche compagno immaginario.

«In effetti più che un monologo è una commedia virtuale, in cui sono l’unico attore in carne e ossa, anche se gli altri sono co protagonisti che mi accompagnano lungo tutta la pièce».

Quanto ha cercato questo personaggio?

«Sono un attore che cerca autori contemporanei che possano scrivere per me cose da portare in scena. È già accaduto con Massimo Carlotto (“Oscura immensità” e “Il mondo non mi deve nulla”), con Claudio Fava (“Mar del Plata”), con Vincenzo Manna (“La classe”), ora con Francesco Niccolini; ci conosciamo da tanti anni e abbiamo grande affinità. Gli avevo chiesto un personaggio borderline romagnolo e lui ha avuto l’idea di questo matto, pure rifacendosi a una storia vera di un malato che disegnava sui muri in manicomio. Ho collaborato con lui alla drammaturgia, e Niccolini ha cucito proprio una bella storia in cui mi ci calo dentro a perfezione, sento che mi appartiene, mi piace ogni sera poterla recitare e mi accorgo che piace molto anche al pubblico. È un regalo grande».

Cosa racconta Oreste?

«Fin da piccolo ha subito grossi traumi, dalla sorella uccisa dai maiali, alla madre che gli ha ucciso il padre. Così si è rifugiato in un mondo fantastico, è convinto che suo padre sia ripartito per la Russia, dove era già stato in guerra, per fare l’astronauta. Gli dice che lo andrà a trovare con la sorella Mariù e tutti e tre insieme saliranno sulla luna. È un personaggio bello, divertente, comico, tragico, anche infantile e poetico, ha tutte le sfaccettature per una prova completa, ammetto che mi ricorda tanto il mio Pollicino».

Pollicino quello della fiaba?

«Sì quello che portai in scena per i ragazzi. Come Pollicino, anche l’ Oreste presenta svariate sfaccettature, e mi vede in un rapporto diretto col pubblico; è un bel gioco di attore che permette di esprimermi completamente. Come facemmo con Pollicino una quindicina d’anni fa, altrettanto vorrei portare in Francia anche l’ Oreste, magari fra due stagioni. Abbiamo tradotto il testo, dovremo tradurre le voci, poi dovrò fare io un lungo lavoro con la lingua. Ricordo che al pubblico di allora piaceva il mio accento franco-italiano. Pensavo di avere chiuso con la Francia, ma l’ Oreste mi spinge a riprovarci, sono convinto che i francesi l’apprezzerebbero».

Curiosità, i personaggi disegnati sono utili per risparmiare su qualche attore in carne e ossa?

«No, non c’entra il risparmio, è una scelta, lo spettacolo è stato pensato come graphic novel theatre per il festival del fumetto di Lucca. Credo anzi sia un pretesto bello e giusto creare personaggi come proiezioni della fantasia di questo malato. E poi anche al pubblico adulto piacciono trucchi ed effetti speciali. Il teatro può essere anche un momento ludico, poetico, fantasioso, anche in una cifra forte e drammatica. Perché il teatro ti dà ancora emozioni vere, dei privilegi mentre lo vivi».

Euro 26-15. Info: 0544 975166

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