Cervia, caro energia: gli hotel di lusso restano aperti

Cervia

Nonostante il caro energia alcuni titolari di alberghi non demordono e cercheranno di tenere aperte tutto l’anno le loro strutture. Gli hotel Aurelia (4 stelle) e Palace (5 stelle) del gruppo Batani, sono in prima fila fra quelli che non possono assolutamente abbandonare il campo, pena lo stravolgimento ricettivo di Milano Marittima. Il primo, fra l’altro, è stato oggetto recentemente di un costoso restyling che ne ha anche aumentato il fascino. Il secondo era uno dei gioielli del suo ideatore Antonio Batani, scomparso dopo avere creato una catena alberghiera di livello mondiale, che comprende anche il Grand hotel di Rimini e il Da Vinci di Cesenatico. «Le difficoltà purtroppo ci sono – premette la titolare Paola Batani –, anche perché con questa situazione non si possono fare previsioni. I costi sono lievitati e l’inverno rimane una grande incognita. Per il momento abbiamo però deciso di tenere aperti l’Aurelia e il Palace fino a metà novembre. Poi a dicembre decideremo se continuare con entrambi o solamente con uno».

Passando a Cervia, l’hotel Dante (4 stelle) è il punto di riferimento del lungomare Deledda. Congressi, meeting, riunioni di affari, ritrovi sportivi e vacanze per famiglie non possono che passare dalla struttura della famiglia Tampellini, che negli ultimi anni ha anche acquisito la sezione delle Terme del mare. «L'andamento energetico consiglierebbe la chiusura – osserva Tiziano Tampellini –, ma noi dobbiamo recuperare gli eventi dell’anno scorso, sospesi a causa del Covid, e così mitighiamo le perdite. Speriamo che il caro energetico duri il meno possibile, faremo economie, abbiamo però una decina di eventi in sospeso che altrimenti perderemmo definitivamente. I primi quattro mesi dell’anno praticamente non ci sono stati – aggiunge –. mentre giugno e luglio si possono definire tiepidi, sempre dal punto di vista delle presenze. Agosto e settembre invece hanno superato il 2019».

La città dunque non si spegne, ma offre ospitalità anche durante i mesi freddi. Senza alberghi aperti il flusso del mare d’inverno resterebbe monco, il settore congressuale non avrebbe più ragione di esistere e le frequentazioni legate al mondo del lavoro non troverebbero un letto in cui passare la notte.

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