Cervia, addio sale: "Nei bacini ora ci sono rane e carpe"

Cervia

La salina sommersa non è solo uno sfregio ambientale ed ecologico ma una «offesa all’umanità». Vedere il luogo in cui hanno lavorato per secoli i loro antenati ridotto a un immenso lago addolora i cervesi, soprattutto nell’era della tecnologia. Ma non c’è niente che tenga contro la natura; non a caso i salinari si recano in processione ogni anno a Forlì per omaggiare la Madonna del fuoco e chiedere la grazia al cielo. Il tutto fa parte di un delicato ecosistema che l’uomo deve rispettare ma non può certo manomettere. Ne sa qualcosa il presidente della società Parco salina Giuseppe Pomicetti, che proviene da una famiglia di salinari, e assiste impotente a questo disastro.

Si farà la produzione quest’anno?

«Lo escludo. Non conosciamo le condizioni dei macchinari ma normalmente l’acqua salata entrava nei bacini in questo periodo e iniziavano le prime evaporazioni. Adesso la salina è un lago di acqua dolce con le carpe e le rane. Puntiamo al prossimo anno. Dopo l’alluvione ci rimane un ventesimo del sale che avevano accumulato nel piazzale, ora completamente sott’acqua».

Qual è la prima cosa da fare adesso?

«Aspettiamo le pompe con un gettito consistente per liberare le vasche e buttare l’acqua sul canale circondariale. Le nostre idrovore del Vallone e del Bottone sono fuori uso, si è salvata solo quella della Bova. Però una cosa sia chiara: abbiamo fatto da cassa di espansione a Cervia, ora è il momento di pensare ai bacini salanti, altrimenti avremo grossi problemi. Senza vendere il sale infatti non ci sono altre risorse per la nostra sopravvivenza, e abbiamo circa 22 dipendenti da mantenere. L’unico negozio aperto è quello delle Terme con un piccolo magazzino. Il resto del prodotto è in sede, con 65 centimetri di acqua nello spaccio. Spero si siano salvati i sacchetti che stavano più in alto».

E dal punto di vista ecologico qual è la situazione?

«Il problema sono le tante covate dell’avifauna e le uova andate distrutte. Ho chiesto all’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) di collaborare con noi per fare un bilancio delle perdite. Fenicotteri e avocette ci sono ancora, non ho visto i cavalieri d’Italia»

Ma ce la farete da soli?

«Abbiamo bisogno di tutti per ripartire, e che nessuno si dimentichi di noi. Entro la settimana promuoveremo una associazione per gestire le donazioni, ma sono indispensabili gli aiuti dello Stato e della Regione. Non dimentichiamo poi che c’è anche la strada provinciale 254 da liberare, altrimenti siamo isolati, seppure anche quella è legata ai bacini. La salina è un luogo fondamentale del territorio, culla della antichità dove è nata Cervia vecchia. Tutti noi proveniamo da lì. Salvarla è una questione culturale e identitaria, altrimenti resteremo senza le nostre radici».

Lenta ripartenza

Anche il battaglione San Marco della Marina è intervenuto per contribuire alla bonifica dell’area umida, ma l’acqua scola lentamente. Intanto oggi riapre l’istituto “Tonino Guerra” e per la scuola ritorna una parvenza di normalità. Riaperti anche i centri diurni per anziani e disabili, oltre che i centri socio-occupazionali. L’appello del Comune è di fotografare i danni subiti per chi chiederà i contributi dello Stato. Infine si registra il potenziamento dei mezzi di Hera, grazie a quelli che stanno arrivando da tutta Italia, per liberare le strade dai rifiuti.

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