Cereali e argilla: la crisi russa preoccupa il porto di Ravenna

La prospettiva di un conflitto non può che portare preoccupazioni nelle banchine ravennati. Già nel suo ultimo report l’Autorità portuale commentava così i venti di guerra tra Russia e Ucraina: «Un’azione militare in Ucraina o un inasprimento delle sanzioni commerciali ai danni di Mosca potrebbero gravemente pregiudicare le attività ai porti di imbarco del Mar Nero, area geografica di riferimento per le importazioni nel porto di Ravenna,‐ limitando le spedizioni di cereali da Ucraina, Russia, Kazakhstan e Romania».

Sono soprattutto due le categorie commerciali che possono vedere una contrazione dalla situazione internazionale. La prima è, appunto, quella dei cereali. Lo scorso anno ne sono state movimentate 864.585 tonnellate sul porto di Ravenna, che ha collegamenti soprattutto con gli scali di Odessa e di Mariupol, città vicina al confine russo. E che la crisi in Oriente possa essere un problema per il settore lo testimoniano anche le preoccupazioni legate ad un possibile aumento dei prezzi dei prodotti alimentari. Già in passato quando si è assistito a crisi in Ucraina, il traffico di cereali ne ha immediatamente risentito.

Non è tutto: un altro settore che potrebbe essere colpito dalla crisi Russia-Ucraina è quello ceramico. Da Mariupol e da Odessa arrivano i carichi di argille che vengono estratti dalle cave e che sono linfa vitale per le aziende del distretto di Sassuolo, la cui ripartenza è stata vitale quest’anno per il record segnato dal porto. Si pensi che le materie prime dirette a quel distretto dallo scalo di Ravenna nel 2021 sono cresciute di 1,579 milioni di tonnellate rispetto all’anno precedente arrivando ad un totale di 5,16 milioni.

Argille e container

Se i cereali vengono sbarcati soprattutto alla Docks, le rinfuse legate all’industria hanno come terminal di riferimento Sapir. Meno di un anno fa, ad aprile, il terminal ravennate ha stretto un accordo per il traffico di argille con la compagnia Vesco, società che estrae dalle proprie cave in Ucraina 3 milioni di tonnellate d’argilla l’anno che esporta in 25 paesi. Il gruppo Sapir sbarca annualmente nei suoi terminal oltre 2,5 di tonnellate di materiali inerti per l’industria ceramica, costituendo il primo operatore italiano nel settore. Uno stop alle argille potrebbe quindi dare un duro colpo al traffico merci ravennate, anche se al momento fermo nei magazzini dell’azienda c’è materiale sufficiente a soddisfare la clientela per due mesi. Anche in Tcr, specializzata nei container, c’è una quota di traffico non trascurabile proveniente dal Mar Nero.

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