C’è ancora troppo inquinamento e le città sono le più colpevoli

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Il 54% della popolazione del mondo vive in aree urbane e le città sono responsabili del 70% delle emissioni di origine antropica: di queste, il 65% deriva dal consumo di risorse naturali. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è l’occasione perfetta per sbloccare progetti fermi ed accelerare il percorso di transizione verso un modello di economia circolare, verso le Smart City avanzate e verso una maggiore sostenibilità ambientale. A metterlo in evidenza è Sensoworks, la startup italiana specializzata in monitoraggio infrastrutturale, secondo la quale il Pnrr potrà dare un contributo significativo anche nel recupero delle infrastrutture italiane: ben 850.000 chilometri di strade, 2.200 gallerie, 21.100 ponti e 6.320 cavalcavia per cui ancora oggi non esistono dati certi. «Mancano dati essenziali su parti considerevoli del nostro patrimonio infrastrutturale e questo è un paradosso se si pensa che il nostro Paese sta avviando una transizione verso le “smart city avanzate”, in cui grandi masse di dati raccolti da sensori sparsi in ogni angolo urbano vengono rielaborati dagli algoritmi per gestire in piena efficienza sistemi automatizzati» sottolinea Niccolò De Carlo, ceo e co-fondatore di Sensoworks.

Le città sono oggi al centro dell’innovazione e della crescita: il consumo delle risorse deve essere gestito in maniera efficiente, ma oggi questo non è possibile a causa della mancanza di strutture.

«È ormai indispensabile —prosegue De Carlo— una transizione ad un modello di economia circolare. Molti sono i processi coinvolti. Cerchiamo di fornire un punto di osservazione più alto rispetto a come si comportano le città e i loro abitanti. Stiamo arrivando all’Internet of Behavior e non più all’Internet of Things».

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