Banca Ccr: Iccrea intensifica il pressing su Cesena

Archivio

Dopo l’invio da Roma dell’avvocato Marco Pistritto, inserito d’imperio nel cda del Credito Cooperativo Romagnolo per fare da “sentinella”, si fa ancora più forte il pressing della capogruppo Iccrea su quella che è rimasta l’unica banca del territorio che abbia a Cesena il proprio quartier generale. Sono due le mosse fatte in queste ore con l’intento di scandagliare modalità di gestione e operazioni fatte. Con un’attenzione speciale al bilancio 2021, che il 5 maggio dovrebbe essere sottoposto al voto dell’assemblea, chiamata anche a rinnovare le cariche. Due giorni fa, Iccrea ha trasmesso al cda della banca cesenate un corposo dossier, con una serie di osservazioni sulle quali aspetta riscontri dallo stesso consiglio d’amministrazione. In situazioni del genere c’è sempre il massimo riserbo, ma sembra che i nodi segnalati ricalchino quelli che hanno spinto a dimettersi in blocco il collegio dei sindaci, l’organo formato da dottori commercialisti e votato dai soci col compito di vigilare sulla correttezza dei conti.

Il nodo principale

Le perplessità di questi “revisori” e di Iccrea riguarderebbero soprattutto le resistenze di chi regge le redini di Ccr ad accantonare una manciata di milioni di euro per ripararsi da rischi di deterioramento di alcuni crediti. Una scelta di quel tipo finirebbe però in pratica per azzerare l’utile, che già nella proposta di bilancio 2021 abbozzata dai vertici della banca sarebbe in forte calo rispetto all’anno prima. Niente di catastrofico, perché quello su cui tutti sembrano concordare è che la solidità complessiva di Crr resta rassicurante. Ma per il gruppo dirigente uscente non sarebbe bello mostrare una perdita di smalto che sarebbe più evidente se il rendiconto venisse appesantito da questo surplus di accantonamento.

La “pagella” di Iccrea

Al tempo stesso, senza quell’aggiustamento, sono inevitabili ripercussioni sulla scala di valutazione che Icrrea usa per esaminare i dati di bilancio delle banche sotto il suo controllo. È una sorta di “pagella” in cui alla lettera “A” corrisponde il giudizio migliore e alla “F” quello peggiore. Il Credito Cooperativo Romagnolo, che era in cima, è stato declassato la scorsa settimana al penultimo gradino.

Richieste di documenti

Oltre al documento incalzante inoltrato da Iccrea, c’è un altro segnale concreto del fatto che la holding capogruppo sta facendo sentire in modo sempre più palpabile il proprio fiato sul collo della banca. Ieri negli uffici tecnici di Ccr sono iniziate ad arrivare dalla holding romana richieste di chiarimenti e di trasmissione di documenti su alcune operazioni effettuate. Evidentemente c’è la volontà di approfondire alcune situazioni.

Diffida dell’avvocato

Anche le tensioni interne si stanno acuendo. L’altro ieri l’avvocato che tutela i componenti del collegio dei sindaci che hanno fatto lo strappo ha inviato una diffida alla banca. Un passo formale per intimare di non fare azioni ostili, come querele, contro i suoi assistiti. Questa ipotesi era infatti stata ventilata al momento delle dimissioni, per un presunto danno d’immagine arrecato a Ccr.

La tesi dei vertici di Ccr

Dal canto loro, il presidente Valter Baraghini e il direttore Giancarlo Petrini continuano a ripetere che il terremoto che sta scuotendo la banca sarebbe causato solo da dispute interne dovute a relazioni che si sono guastate tra alcuni consiglieri e con il collegio dei revisori.

Soci in fibrillazione

Tanti dei circa 7.400 soci del Credito Cooperativo Romagnolo sentono però l’esigenza di fare chiarezza su vari aspetti. Il presidente Baraghini ha risposto a questo appello rendendosi disponibile a fare precedere l’assemblea del 5 maggio da incontri informativi di zona. Una richiesta in tal senso è stata inviata a Iccrea, che in linea di massima è favorevole, ma ha chiesto precisazioni su modalità e contenuti di questi appuntamenti a tu per tu coi soci.

Rebus fusione

Comunque vada a finire la vicenda in corso, chi guiderà Ccr sarà chiamato non solo a garantire una gestione efficiente, ma a fare anche scelte strategiche fondamentali. A cominciare da possibili fusioni per irrobustirsi. Sulla base dei contatti già allacciati, sembra in pole position per questo abbraccio la Banca di credito cooperativo Ravennate, Imolese e Forlivese. Un’alternativa potrebbe essere Riviera Banca.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui