«Niente panico, l’invasione è un fenomeno temporaneo e le cavallette sono innocue». Getta acqua sul fuoco, dopo lo sciame di insetti che martedì si è riversato sulle spiagge della Romagna, mentre nella giornata di ieri già il numero era diminuito drasticamente lasciando solo pochi esemplari. Lui è l’entomologo Luca Boriani nonché tecnico del Centro agricoltura ambiente “Giorgio Nicoli” di Bologna. «Infestazioni anomale – esordisce – si sono registrate in altre località della Romagna anche in passato, sempre in modo molto localizzato e puntiforme, sebbene non siano mai giunte sull’arenile». Gli ultimi esemplari avvistati sono le cavallette del prato di cui esistono almeno una decina di specie e nello specifico ad aver tappezzato le sdraio sarebbe stata la “Calliptamus italicus”. In genere, prosegue l’entomologo, le cavallette si muovono in gruppi diffondendosi nei territori circostanti in cerca di cibo. Non trovandolo in spiaggia si sono limitate a una toccata e fuga.
Dalle colline al mare
Difficile dire se il Garbino abbia avuto un peso nell’insolito viaggio o se nel gruppo fossero mischiate specie più dedite a lunghi voli. La certezza è che nascono a primavera «nelle cosiddette “grillare”, terreni di solito incolti e di consistenza abbastanza sabbiosa».
Un’ipotesi sulla provenienza? «Con ogni probabilità sono partite dalle colline del riminese o da campi di erba medica». A far proliferare gli ortotteri è il clima caldo e secco, conferma, ma esclude un collegamento diretto con l’alluvione di maggio, perché le cavallette depongono le uova in questo periodo. Al netto dei commenti da spiaggia, ribadisce che non tutte le specie sono impiegate come ultima frontiera dell’alimentazione; passando ai modi di contrasto nota che non è necessario ricorrere a prodotti chimici: un tempo si instaurava una guerra tra cavallette e uccelli, come la faraona. Negli anni Novanta a seguito di infestazioni, la Romagna istituì un piano regionale di lotta specifica e, al netto del riscaldamento globale che ne favorisce la diffusione, non c’è da temere. «Sono insetti innocui per l’uomo e gli animali – precisa – non pungono né trasmettono malattie e pur essendo fitofagi solo in sciami di proporzioni eccezionali danneggiano i raccolti. Se entrano in casa, non si riproducono infestandola, quindi niente allarmismi».
Tecniche di contrasto
In linea Amaro Baldassarre, responsabile tecnico pest management della Bonavita servizi di Forlì. «Per neutralizzare le colonie servono interventi mirati e preventivi dove le cavallette si riproducono. In autunno si ricorre al trinciamento meccanico dell’erba nelle aree incolte, arando il terreno anche solo di 10 centimetri per distruggere più uova possibili». In primavera si procede al trattamento fitosanitario con l’unico prodotto autorizzato dalla Regione. Ma qualche colpo di scena c’è. «Di recente 200 cavallette hanno invaso una farmacia e un’azienda alimentare nel ravennate: siamo intervenuti scongiurando contaminazioni».