Spinto dal vento contro gli scogli, muore facendo kitesurf a Cattolica

Cattolica

RIMINI. L’uscita con il kitesurf, in una giornata plumbea e ventosa, è stata fatale a un ex dipendente di una ditta di infissi di 63 anni. L’uomo, Mario Deriu, residente con la famiglia a San Giovanni in Marinano, esperto di sport e di mare, è morto durante un’escursione poche decine di metri al largo di Cattolica: una raffica di vento lo ha sollevato e poi scaraventato con violenza addosso agli scogli, nella zona delle Navi. L’incidente è accaduto attorno a mezzogiorno: l’appassionato marignanese era partito dal Circolo nautico di Cattolica (era uno dei soci fondatori). Indossava il caso di protezione e le condizioni meteo, almeno dal suo punto di vista in considerazione del vento che soffiava a quasi trenta chilometri all’ora, erano sostenibili per praticare la sua attività preferita: una variante del surf che consiste nel farsi trascinare in aria da una specie di ala da paracadute, regolata da una barra e da cavi sottili. Si tratta di “sganci” rapidi, che però vanno azionati dallo stesso “kiter”.

Mario, nonostante le sue riconosciute capacità tecniche superiori alla media, non ha fatto in tempo a reagire. Deve essersi reso conto che uscire in mare non era stata una buona idea. «Stava facendo rientro alla base aggrappato alla tavola». A sorprenderlo è stata una improvvisa raffica di vento che lo ha investito e sollevato in aria. «Il vento l’ha tirato in alto - racconta l’amico che era uscito con lui e, assieme a un gruppo di surfisti ha assistito impotente alla tragedia - Due volte l’ha alzato facendogli fare un giro di 360 gradi. Sembrava un pupazzo inanimato. Poi la raffica lo ha trascinato addosso agli scogli. Non ha avuto scampo».

Mario ha sbattuto più volte contro la barriera frangiflutti, le protezioni non hanno retto la violenza dell’urto: il primo colpo alla testa gli è stato fatale. Il primo a raggiungerlo è stato un altro “kiter” che si trovava dall’altra parte. Ha attraversato il Ventena a nuoto: l’“aquilone” era attorcigliato tra gli scogli. Quando l’amico ha sganciato i cavetti, Mario era già morto. «A riva l’altro kiter ha scortato un cadavere», racconta uno dei presenti.

In spiaggia oltre ai carabinieri della tenenza di Cattolica e ai militari della Guardia costiera è intervenuto anche il personale del 118. Il medico ha constatato la morte e il magistrato di turno, pm Paolo Gengarelli, ne ha disposto la rimozione. La dinamica è chiara, tutto è avvenuto sotto gli occhi di parecchie persone: la procura ha dato il nullaosta alla sepoltura. Della vicenda si occupa la Capitaneria di porto di Cattolica e il comandante, Vincenzo Morreale, lancia un monito: «Fate attenzione, specialmente quando le condizioni del mare non sono sicure».

Anche quando il corpo non è più sulla battigia, c’è chi rimane a guardare il mare indifferente che «si è portato via un compagno, un amico». Ieri però c’era un allerta meteo “arancione”. È argomento di discussione. Qualcuno sostiene che a tradirlo possa essere stato un eccesso di sicurezza, ma l’opinione prevalente è che si sia tratto di una fatalità. Una folata “anomala”, strana, imprevedibile. «Non è colpa di nessuno se si è trovato nel posto e nel momento sbagliato – afferma un ragazzo – Anche se tu gli dicevi di uscire a Fontanelle, lui avrebbe fatto comunque di testa sua. Nessuno lo avrebbe convinto a cambiare idea». Il kitesurf, sebbene classificato come sport estremo, ha percentuali molto basse alla voce infortuni gravi o mortali. La maggior parte degli appassionati della zona, però, sceglie il litorale di Riccione per “uscire”, sia per l’assenza di scogliere, sia per gli spazi di manovra più ampi. Molti, invece, si ritrovano di fronte alla foce del fiume Conca. Mario amava sia il surf sia il kite, ma era uno sportivo a tutto tondo (da ragazzo aveva praticato il calcio, faceva anche il sub e andava in mountain bike). Deve aver pensato di poter approfittare del vento di ieri per farsi trascinare tra le onde del mare che tanto amava. Da quando era in pensione frequentava con assiduità il Circolo Nautico di Cattolica, di cui era uno dei soci storici. Lo conferma il presidente del Circolo, Felice Prioli, addolorato e incredulo.

«E’ stato uno dei fondatori del Circolo Nautico - racconta - forse non è riuscito a sganciare la vela. Le attrezzature sono sicure, dotate di mezzi di sgancio che consentono di staccare la vela in caso di necessità. Ma forse non è riuscito a farlo. Indossava anche il casco di protezione ma non è stato sufficiente». La forza del vento è stata soverchiante. «Non era venuto da solo, c’era un altro amante del kite con lui - spiega un altro testimone - quello che lo ha riportato sulla battigia. Anche io ho visto la scena: una prima volta è ricaduto in mare ma poi è stato trascinato sugli scogli come fosse stato fantoccio». La notizia ha sconvolto gli amici e conoscenti della vittima e gettato nello sconforto i familiari. L’uomo lascia la moglie e due figlie. La donna, assieme alla figlia che lavora con lei nel negozio da parrucchiera, si è precipitata nella spiaggia sferzata dal vento, anche lei in cerca di una risposta che non c’è.

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