Cattolica, “Voglio vivere, aiutatemi per le cure”: scatta la gara di solidarietà per “Emy”

È una corsa contro il tempo quella che sta affrontando la saludecese Emiliana Patrizia Caccavale, da tutti però chiamata semplicemente Emy. Una sfida contro un tumore al cervello che ha ricominciato a crescere, al quale la donna e il compagno Giuseppe Palmese, caparbiamente vogliono contrapporre la speranza di un intervento chirurgico che potrebbe salvare la vita alla 44enne della Valconca.

Ma per rendere concreta quella speranza occorrono soldi, molti soldi: 80mila euro. Per riuscire a raccogliere questa cifra Emy e Giuseppe hanno lanciato una raccolta fondi su gofoundme.com (con il titolo “Una terza operazione al cervello per continuare a vivere”). Nel momento in cui scriviamo sono stati raccolti 13mila euro, grazie a 78 donatori. Gli importi sono i più diversi: c’è chi ha donato 5 euro, ma anche chi è arrivato a 1.000. Attraverso la piattaforma ognuno può donare quello che può.

«Un piccolo gesto può apparentemente contare poco - spiega Emy -, ma insieme a tanti altri piccoli gesti possono significare davvero tanto, sono tante piccole gocce d’acqua che formano l’oceano, acqua in cui io amo tanto nuotare, ridatemi la possibilità di poterlo fare ancora».

Il calvario di Emy Caccavale è iniziato nel giugno del 2020, quando le è stato diagnosticato un glioblastoma di quarto grado terminale, nel lobo frontale temporale sinistro. I medici, in quella occasione, avevano dato alla donna non più di 12 mesi di vita, ma dopo 5 anni e grazie alla vicinanza del suo compagno, alla fede e alla voglia di vivere, la battaglia e la vita di Emy sono ancora in corso.

«Emy ha già fatto 3 cicli di chemioterapia e 2 cicli di radioterapia - racconta Palmese -, ed ora non ha altre alternative terapeutiche che un’operazione al cervello fatta a regola d’arte. Emy in precedenza è stata operata ben 2 volte in Italia ma le operazioni non sono andate a buon fine a causa della mancanza della risonanza magnetica intraoperatoria. Ed ora nel nostro Paese non vogliono più operarla. in Germania il dottor Vincenzo Paternò ci ha dato disponibilità dell’operazione, ma ci occorre racimolare la cifra di 80mila euro nel più breve tempo possibile perché questo tipo di tumore quando purtroppo cresce velocemente».

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