Cattolica. Comandante dei pompieri in pensione: vi racconto tutto

Il distaccamento dei vigili del fuoco di Cattolica, saluta il proprio responsabile, Luigi Valenti, che da ieri, è ufficialmente in pensione. «Lo scorso 25 luglio ho compiuto 60 anni – spiega -. Lo Stato non consente di proseguire e so già che il mio lavoro mi mancherà. Sono comunque molto soddisfatto di quello che ho dato in questi anni».

Una passione, quella per i vigili del fuoco, nata in giovane età.

«A Gela, dove sono nato, abitavo vicino alla caserma – racconta – ogni volta che uscivano con il camion, rimanevo ad ammirarli. Così sono entrato nei vigili del fuoco da giovanissimo, avevo appena 23 anni e ho accumulato ben 37 anni di servizio».

La carriera

Una carriera partita molto presto, quella di Valenti, a Roma, dove ha fatto il corso e poi nel nord Italia. «La mia prima destinazione, per poco più di un anno, è stava Vicenza. Poi ad Asiago, dove sono rimasto due anni e mezzo». Quindi il ritorno in Sicilia: «Nel ’90 sono stato a Siracusa, dove c’era stato un terremoto, quindi al distaccamento di Augusta». Successivamente Valenti ha lavorato a Catania e ad Adrano, prima di riuscire a tornare a Gela, dove è rimasto per 13 anni.

«Dopo aver passato il corso di capo squadra, sono andato a Prato, quindi nel 2005 a Rimini. Nel 2009, con la famiglia, abbiamo deciso di trasferirci stabilmente a Morciano, dove tuttora vivo».

Quante missioni

Nel corso degli anni, Vitali ha partecipato a diverse missioni, ognuna delle quali gli ha lasciato qualcosa. «Tra le esperienze importanti che ho vissuto – ricorda - c’è sicuramente Melilli, negli anni Novanta. Qui un ponte si è piegato e cinque operai sono stati inghiottiti dal cemento. Abbiamo passato diversi giorni, sul posto, per riuscire a recuperarli. Ma l’evento che mi ha impressionato di più è stato il terremoto a Modena, dove abbiamo aiutato le persone a recuperare i propri beni. Le case degli abitanti erano danneggiate, non potevano andare da soli, così ci mettevamo a loro disposizione per recuperare quello che ci chiedevano. In quella occasione, così come in qualsiasi altra, ho fatto il mio lavoro fino in fondo, senza risparmiarmi».

Ma gli interventi che lasciano il segno sono anche quelli che possono accadere in qualsiasi momento. «A volte si vivono delle situazioni davvero strazianti – conferma Valenti –. Ricordo ancora un incidente avvenuto fra Caltagirone e Gela. Un’auto con un’intera famiglia a bordo venne coinvolta in un incidente, si salvò solo la donna, mentre suo marito e i due figli morirono. Lavoravo per aiutare ma ormai non c’era più niente da fare. Ero all’inizio della mia carriera ed avevo già due bambini più o meno della stessa età. Il mio cuore piangeva, una cosa tremenda. Ancora oggi quei bambini li ho davanti agli occhi».

Valenti non rimpiange nulla di quanto fatto e ha parole d’elogio per i colleghi: «Ho avuto una squadra eccezionale, siamo una famiglia, dove ognuno dà il proprio contributo. Prima di andare in pensione mi sono anche tolto la soddisfazione di vedere il distaccamento trasferito in una caserma idonea, anche se ancora provvisoria».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui