Casse di colmata, la Procura di Ravenna fa appello contro le assoluzioni

RAVENNA. Tre condannati e tre assolti. Il processo sulla gestione dei fanghi di dragaggio del canale Candiano era finito con una sorta di “pareggio”. Una sentenza, quella che il 18 gennaio scorso ha condannato l’ex presidente di Autorità Portuale e due ex amministratori della Cmc assolvendo invece due ex vertici di Sapir e il presidente della Cmc, che ha lasciato insoddisfatta la Procura. Per questo, lette le motivazioni del dispositivo, il procuratore capo Alessandro Mancini e il pubblico ministero Marilù Gattelli hanno firmato il ricorso alla Corte d’Appello di Bologna, spingendosi oltre la richiesta di condanna dei tre imputati assolti, e cioè l’ex presidente e l’ex ad di Sapir, Matteo Casadio e Roberto Rubboli, nonché il presidente della cooperativa di via Trieste Alfredo Fioretti; il ricorso punta anche a un nuovo giudizio in merito al deposito incontrollato di rifiuti speciali non pericolosi, reato per il quale tutti gli imputati erano stati ritenuti non colpevoli perché “il fatto non sussiste”.

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