Cassa integrazione, aumenta la richiesta nelle aziende metalmeccaniche

Faenza

Tempo di bilanci per la Fiom Cgil, che come ogni anno ha organizzato in questo periodo incontri con le aziende al fine di valutare gli esiti del 2019 e capire le prospettive per il 2020.
«Nel territorio faentino – spiega Andrea Mingozzi, responsabile politico organizzativo per Faenza – l’anno appena trascorso è stato piuttosto impegnativo per il riaffacciarsi di situazioni di criticità per il settore della metalmeccanica e, allo stesso tempo, fonte di soddisfazione per gli esiti dell'attività sindacale».
Sul piano delle criticità spicca la ripresa della cassa integrazione da parte di un numero sempre crescente di piccole e grandi aziende metalmeccaniche che si sono trovate in difficoltà nel reperire commesse e ordini, soprattutto in quei settori che anche a livello globale hanno segnalato non poche difficoltà: le costruzioni, l’automotive e in parte il packaging.

Una situazione che non si registrava dal biennio 2015/2016 e che desta una certa preoccupazione, poiché le aziende metalmeccaniche fungono storicamente da traino su altri settori e sull’indotto, soprattutto nel territorio faentino.
È per questo che che nel 2019 l’impegno profuso da Fiom Cgil si è caratterizzato in particolar modo per un rinnovato lavoro di contrattazione difensiva, ovvero di quel tipo di contrattazione legata all’utilizzo degli ammortizzatori sociali.

Contratti aziendali

«Nonostante il riaffacciarsi della cassa integrazione – prosegue Mingozzi – l’attività della categoria ha prodotto anche contrattazione acquisitiva. Se il 2018 è stato l’anno della chiusura dei contratti aziendali delle grandi aziende del territorio, il 2019 ha visto la sottoscrizione di contratti nella sede faentina di Horsa Spa e alla Ori di Altini e C. Contratti diversi tra loro ma che hanno segnato due importanti novità e che hanno lo scopo non solamente di portare salario aggiuntivo, ma anche di consolidare le relazioni sindacali ed i rapporti in azienda».

Rappresentanti e delegati

Parallelamente ad azioni di questo tipo, la Fiom Cgil ha operato al fine di rafforzare la propria rappresentanza aumentando il numero di delegati e iscritti all’interno delle aziende del territorio: «Durante il 2019 si sono rinnovate diverse Rsu in aziende di ogni tipologia – commenta Mingozzi – e la Fiom Cgil ha visto mantenere, se non addirittura aumentare, la propria rappresentanza in gran parte dei luoghi di lavoro. Di particolare rilevanza i risultati ottenuti in Stafer ed alla ex Hs Penta (ora Interpump Hydraulics). Nella prima azienda, la Fiom ha ottenuto il 92% dei consensi, mentre in Interpump ha conquistato un delegato in più rispetto alla situazione precedente. Se è importante consolidarsi e rafforzarsi all’interno delle aziende già sindacalizzate, forse è ancora più importante entrare in luoghi di lavoro non pienamente o affatto sindacalizzati. È quanto accaduto alla Divisione Giuliani del Gruppo Bucci e alla Omaf. Si tratta di due piccole-medie aziende che hanno eletto due delegati Fiom, dopo alcuni anni di assenza di una rappresentanza sindacale strutturata». M.D.

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