Il consiglio comunale di Casola Valsenio sconfessa all’unanimità lo studio commissionato dalla Regione per valutare la possibilità di ampliamento dell’area estrattiva nella cava di Monte Tondo: il documento, pubblicato nei giorni scorsi, apre all’ipotesi di una prosecuzione delle attività per la multinazionale Saint Gobain, ma solo all’interno dell’area dell’attuale Piae e per un tempo limitato ai prossimi 10-15 anni. Una opzione, su cui sarà la Regione stessa a dire l’ultima parola, che i consiglieri casolani hanno rigettato compatti: la mozione, presentata dal gruppo di maggioranza Centrosinistra Uniti per Casola è stata infatti accolta favorevolmente anche dall’opposizione di Alternativa per Casola. La mozione parte dal presupposto che la priorità sia da assegnare alle istanze socio-economiche piuttosto che a quelle di carattere ambientale. «La tutela del lavoro, dei livelli occupazionali, dell’indotto e il futuro delle comunità è una condizione, un requisito imprescindibile dello scenario finale che si dovrà perseguire attraverso la prosecuzione dell’attività estrattiva e il conseguente ripristino ambientale. In particolare, si dovrà valutare la possibilità di un adeguato ampliamento dell’attuale perimetro del Piae, comunque al di fuori delle aree di protezione generale e ambientale del Parco della Vena del Gesso Romagnola, ovvero in area contigua, per dare continuità all’attività dello stabilimento oltre i 10/15 anni ipotizzati».
Casola, studio sulla Cava bocciato dal Consiglio comunale
