Cascola dei fiori Il problema che ha afflitto la Romagna

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La siccità e il conseguente stress idrico non hanno risparmiato nemmeno la Romagna dove, tuttavia, stando alle stime di Assoenologi, Isema e Unione italiana vini, lo stato dei vigneti è risultato comunque complessivamente buono (per quanto possibile). Parlando dunque delle province di Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena, nei mesi di novembre e dicembre 2021 le precipitazioni hanno, verosimilmente, consentito un minimo di reintegro dell’umidità del suolo che ha permesso alle piante – a parte qualche vigneto molto giovane (al secondo o terzo anno di vita) e quelle con un carico di grappoli eccessivo – di contenere le situazioni di stress idrico. «Un fenomeno degno di nota che si è verificato in Romagna – spiegano gli esperti – è legato a qualche problema di cascola dei fiori e mancata allegagione, specie nelle varietà a maggior vigoria intrinseca, come ad esempio Pignoletto, Trebbiano, Terrano, ma anche qualche Sangiovese; meno sull’Albana, perché fenologicamente più arretrata per il suo caratteristico germogliamento tardivo». Per quanto riguarda invece la produzione, rispetto allo scorso anno la numerosità dei grappoli è superiore, ma sono tendenzialmente piuttosto spargoli e anche gli acini non particolarmente grossi. La stima complessiva delle tre associazioni, comunque, è di una vendemmia con segno positivo rispetto all’annata 2021.

La vicina Emilia

Anche per i vicini emiliani la stagione è stata piuttosto complicata. La vigna è partita a vegetare leggermente in ritardo, poi, complici le prime piogge e le temperature in crescita, ha recuperato il tempo perso e si è presentata in fioritura con qualche giorno di anticipo. Il numero di grappoli è risultato abbondante e l’allegagione è stata generalmente buona. Anche in Emilia la cascola fiorale ha riguardato alcune zone, con la varietà Grechetto Gentile che ne ha risentito maggiormente.

In generale, così come nel resto d’Italia, anche in Emilia-Romagna in molti vigneti si sono quindi rilevate criticità per il caldo e la mancanza di precipitazioni. «La sofferenza maggiore – dicono i tecnici – ha riguardato sicuramente le zone collinari, dove la possibilità di irrigare è scarsa, ma anche in pianura gli interventi irrigui riescono a malapena a lenire lo stress. Eventi metereologici avversi, come la grandine, hanno interessato solo aree ridotte di collina. I vigneti colpiti hanno registrato perdite purtroppo importanti ma, per fortuna, sono in numero ridotto». Come epoca di raccolta, sia per le precoci che per le altre uve, la vendemmia è iniziata circa una settimana o dieci giorni prima.

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