Casa famiglia e maltrattamenti: condanna confermata a 4 anni

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Per gli ex gestori della casa famiglia Il Sorriso la condanna resta la medesima: 4 anni di reclusione con una provvisionale alle due parti civili costituite da 10.000 euro a testa.

È quanto deciso dalla Prima Sezione della Corte d’Appello di Bologna chiamata ad esaminare il ricorso presentato dai gestori della casa famiglia: i coniugi Pietro Bagnolini, 68 anni, e Maria Emanuela Gianfanti, 63 anni, che in primo grado erano stati condannati alla medesima pena detentiva.

Il caso ha avuto eco a livello nazionale per la video denuncia fatta anche dalla trasmissione Le Iene. A querelare era stato un giovane (ora 21enne) che ha raccontato di maltrattamenti sia verbali che fisici, offese, minacce, fornitura di cibi scadenti e scarsa igiene.

In denuncia aveva spiegato che tra le punizioni previste nella casa famiglia c’era anche quella di dover saltare i pasti se qualcuno si comportava male. ed il servizio messo in onda dalle Iene faceva sentire audio di persone che venivano sgridate e rumore di schiaffi. In un contesto in cui qualcuno degli ospiti si era dimenticato di spazzare una stanza.

Già nel corso del processo di primo grado era stato riferito anche che vari minori ospiti della casa famiglia venivano fatti dormire in un sottotetto, dopo essere stati istruiti a dire in caso di controlli alla struttura, che i loro letti erano invece in locali regolari posti in un altra parte della casa.

La condanna a 4 anni per entrambi i titolari della casa famiglia è per il reato di maltrattamento su minori, a cui va aggiunta l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni confermata anche nelle richieste dal procuratore generale Pietro Ferrante.

I coniugi Bagnolini - Gianfanti (difesi dagli avvocati Pier Paolo Bernini e Antonino Lanza) già dall’epoca della prima condanna letta a Forlì non hanno più ospiti all’interno della casa Famiglia.

Le parti civili (il primo denunciante Marcello Messina e suo padre Giovanni) hanno visto confermati tramite i propri avvocati Catia Pichierri e Paolo Camporini la provvisionale di 10.000 euro a testa. Alla quale, dopo questa sentenza di secondo grado, seguirà una ulteriore richiesta risarcitoria in sede civile che potrebbe assestarsi attorno ai 50.000 euro a testa.

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