Cartelli di protesta e bollette in vetrina: la protesta servita da un ristorante di Rimini

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Lo aveva annunciato. Lo ha fatto. Simone Angeli, titolare del ristorante Chi Burdlaz Garden di viale Vespucci, a Marina centro, la sua protesta l’ha fatta. Eclatante. Messa in pratica ieri mattina. Con tanto di gigantografie delle bollette della luce (roba di decine di migliaia di euro nei soli mesi di luglio e agosto) e cartelli con su scritto: «Da bambino avevo paura del buio, da grande ho paura della luce».

Inevitabile non farci caso, impossibile per turisti e residenti non passare di lì e non fermarsi ad osservare finestre e pareti del ristorante e non pensare a quello che sta succedendo. Al caro bollette e alla conseguenza che tutto questo avrà sull’economia riminese, ma anche sulle famiglie. Angeli del resto lo ha detto chiaramente, senza se e senza ma: «Con una bolletta della luce di 13mila euro nel solo mese di agosto come faccio a pagare lo stipendio ai miei trenta dipendenti, oltre al mio? O pago una cosa o pago l’altra. Se continua così, se il governo non interverrà, non riuscirò di certo ad andare avanti». Quella di Angeli non è una voce isolata, ma l’ennesima di una situazione generalizzata che rischia di portare molte attività imprenditoriale della Riviera al tracollo. Ieri il Chi burdlaz Garden è rimasto, per protesta, chiuso. Oggi riaprirà i battenti. Ma la domanda è d’obbligo, per questo ristorante, così come per tante altre aziende: ancora per quanto tempo?

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