Carrozzeria Orfeo a Longiano con "Thanks for vaselina"

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Hanno esordito nel teatro nel 2007, lavorando in modo concreto e artigianale, per un teatro pop capace di parlare alla gente, tenendo a mente archetipici poetici. Perciò si sono dati il nome Carrozzeria Orfeo. Stasera alle 21 al Petrella di Longiano presentano “Thanks for vaselina”, lo spettacolo che nel 2013 li consacrò al pubblico dopo avere già ottenuto riconoscimenti. I cofondatori Gabriele Di Luca di Varese, e i mantovani Massimiliano Setti e Luisa Supino sono una famiglia, da quindici anni riferimenti del teatro contemporaneo italiano. Di Luca è anche drammaturgo e coregista con Massimiliano Setti e Alessandro Tedeschi. Dopo dieci anni “Thanks for vaselina” è considerato un cult; uno spettacolo indipendente ma con l’autorevolezza di compagnia importante. Nel 2019 è divenuto anche film con Luca Zingaretti.

Che storia racchiude, Gabriele, questo vostro spettacolo fortunato ripreso per il decennale?

«È uno spettacolo su una famiglia disfunzionale, disgraziata, sorta di circo umano. Ci sono una madre, un figlio, un padre che ritorna dopo quindici anni ma è una transessuale, una ragazza obesa che sta facendo un corso di autostima, una prozia morente. Il pretesto nasce dal progetto improbabile di due trentenni sbandati di una periferia del nord, senza futuro né passato, di coltivare marijuana con l’intento di invertire il mercato della marijuana dall’Italia al Messico, servendosi di una obesa come corriere… Ma il grande tema è cosa significa essere famiglia oggi, e momenti di amore e tenerezza di famiglie che consideriamo disgraziate. Si parla di ludopatie, di dipendenze, del culto del corpo attraverso l’obesità, di identità di genere, di diritti degli animali, fra contenuti e ironia».

Il linguaggio della sua drammaturgia è considerato crudo.

«Acre, disadorno, i personaggi si mandano a fare in c… secondo il linguaggio della strada che parlano. C’è volontà di sottrarre il teatro dall’elemento letterario, di portarlo al linguaggio delle persone. Amo autori come Pirandello, Goldoni, Shakespeare, Euripide, che scrivevano però per i loro contemporanei; la sfida è di fare convivere il grande teatro con un contemporaneo che parla dell’essere umano oggi. Ai ragazzi non importa nulla della Giara».

Il linguaggio di oggi è però anche basso, riduttivo, greve, povero…

«Non bisogna cadere nella trappola concettuale; la scrittura contemporanea può essere linguisticamente ricercata e avere una sua poesia e liricità. Ci sono operazioni di impoverimento e basta, ma si può ricercare anche bellezza poetica. Pensiamo al Neorealismo, che si prefiggeva di portare il cinema al linguaggio della strada, ha dato capolavori».

Qual è dunque la forza di “Thanks for vaselina”?

«È il risultato di un processo che ha portato a un’esplosione della nostra visione poetica e di un pensiero sul teatro del presente, delle urgenze, di temi sociali, ironico ed emozionale».

Con la forza di richiamare un largo pubblico under 40.

«Siamo orgogliosi di avere portato a teatro persone che non c’erano mai state. Ma il nostro è un pubblico trasversale. Il coinvolgimento del pubblico è un nostro punto di forza; ed è l’unico modo di sopravvivere ai grandi teatri che fanno gli scambi».

Dopo sedici di lavoro quali sono le vostre ambizioni?

«Il fatto di essere come fratelli noi tre cofondatori, Massimiliano, Luisa ed io, ci ha dato forza e ambizione di andare avanti nel tempo, nonostante questo sistema del teatro italiano che stanca, usura, perché non è premiante, né considera il rischio come forma di investimento. A gennaio 2024 debuttiamo nell’importante coproduzione “Salveremo il mondo prima dell’alba”; fra i nostri sogni c’è di continuare con il cinema, di portare il nostro teatro all’estero, ma il vero sogno è di lavorare bene, con produttori che credono in noi, in un clima di serenità, coltivando il nostro pubblico».

Info: 0547 666008

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