Caro Fisco ti scrivo il libro

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È in libreria “Colpevole fino a prova contraria”, libro del commercialista riminese Giovanni Benaglia, che tratta l’eterna lotta tra Fisco e contribuenti, fornendo un quadro particolareggiato delle mille contraddizioni con cui professionisti e cittadini devono combattere giornalmente.

Benaglia, a chi è diretto il libro: ai contribuenti, ai professionisti o ai legislatori?

«È rivolto ai cittadini, anche perché è scritto con un linguaggio comprensibile a tutti, non solo agli addetti ai lavori».

Perché ha deciso di scriverlo?

«Quando si parla di tasse ci sono sempre due posizioni: chi pensa che lo Stato sia ladro perché chiede le tasse, e chi pensa che siamo un popolo di evasori da colpire. Io cerco la via di mezzo, suggerendo di fare un riforma non tanto delle tasse, ma in direzione della semplificazione, in modo da convincere il cittadino che è giusto pagare le tasse, ma anche lo Stato che non deve renderci la vita impossibile e trattarci come evasori a prescindere. Nel libro ci sono molti esempi concreti di quanto sia complicato pagare le tasse, e di quante contraddizioni ci siano nelle normative».

Dal titolo lei non sembra però equidistante tra legislatori e cittadini.

«Infatti non lo sono per niente. Come dicevo il mio scopo è di cambiare l’approccio del legislatore, che ci considera tutti ladri, anche quando agiamo in buonafede, quindi sono più dalla parte del contribuente. Il Fisco deve passare da “sei un evasore, dimostrami il contrario” a “capisco la tua buonafede e colpisco l’evasione certa”. Piuttosto che inseguire la piccola evasione, quasi sempre basata su presunzioni, e che quasi mai si riesce a incassare, converrebbe concentrarsi sulla grande evasione, i cui esempi spiego nel libro. Oltre che una mia opinione, questi sono elementi certificati da Ocse e Fmi».

Forse varrebbe quindi la pena inviare un po’ di copie del libro ai legislatori.

«Assolutamente, anche perché in parlamento giacciono molte proposte che vanno in questa direzione, che verranno ignorate ancora una volta».

Trattando questi argomenti è inevitabile giungere a valutazioni politiche: tra le forze oggi in campo ci sono buoni e cattivi, o sono tutti uguali?

«Tornando a quel che abbiamo detto all’inizio, le forze politiche si dividono tra chi considera tutti i cittadini evasori, e chi considera il Fisco uno strozzino, ma nessuna delle due posizioni è giusta. Io sostengo che bisognerebbe cominciare a cambiare la mentalità dell’Agenzia delle entrate nei confronti del contribuente».

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