Caro bollette, Confcommercio dice no al coprifuoco dalle 23: "Sarebbe deleterio"

Archivio

“La notizia da più parti ventilata che per ridurre i consumi energetici si voglia arrivare ad un razionamento dell’energia elettrica nelle abitazioni, nei luoghi pubblici e nelle attività economiche aperte al pubblico ci lascia con il fiato sospeso in vista dei prossimi mesi. Certo, se ci sarà bisogno di fare sacrifici li faremo tutti assieme – dice il presidente di Confcommercio della provincia di Rimini, Gianni Indino - ma non potranno ancora una volta essere colpite le stesse attività che hanno pagato caro il prezzo della pandemia e che stanno faticosamente cercando di rialzarsi".

La riduzione d’orario per le attività commerciali e un lockdown serale alle ore 23 per i locali "sarebbe una misura deleteria per l’economia soprattutto per un’area come la nostra che ha nel turismo la sua base portante. Abbiamo fatto tanto per destagionalizzare la nostra offerta turistica e ora che il nostro territorio ha appeal tutto l’anno il rischio è di vedere vanificati tutti gli sforzi per un coprifuoco energetico che fa paura anche solo al pensiero".

Cinema, discoteche, pub, bar serali, ristoranti, night club e tutte le altre attività notturne sono già state oltremodo colpite dal lockdown sanitario in tutte le sue fasi, da quelle lunghissime di chiusura totale fino a quelle di chiusura parziale alle ore 18. "Non è possibile che ancora si pensi a penalizzare le categorie economiche legate al turismo considerandole non essenziali anziché facenti parte di un settore strategico. Significherebbe perseverare in una visione miope dell’economia del nostro Paese, che il nostro territorio pagherebbe a carissimo prezzo. Si innescherebbero inoltre pesanti conseguenze, come quella sul piano occupazionale con il rischio di dover lasciare a casa migliaia e migliaia di lavoratori e quella sul piano della sicurezza delle nostre città al venir meno delle attività aperte e delle loro vetrine, da sempre presidio di sicurezza. Come presidente regionale del SILB, il sindacato delle discoteche, sono poi oltremodo preoccupato perché il prezzo pagato dai nostri locali alla pandemia è ancora più alto che negli altri settori colpiti e oggi qualcuno pensa di nuovo a noi come possibile comparto da penalizzare? Questa volta almeno lo si dica a chiare lettere e lo Stato trovi i soldi per liquidarci una volta per tutte, rilevare le nostre aziende e farci cambiare mestiere. Non vorremmo davvero essere ancora gli unici a doverci sobbarcare in maniera totale i costi delle crisi".

Noi non ci stiamo e abbiamo aperto le consultazioni con la base delle categorie economiche interessate per prepararci ad eventuali proteste e contromisure, nell’eventualità che le scelte politiche dovessero andare in questa direzione”.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui