Ravenna, caro bollette: chiude storico forno di Ponte Nuovo

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La storia di un’impresa artigianale ravennate interrompe improvvisamente il suo corso, dopo essere stata un riferimento, dal 1961, di uno dei principali quartieri della città. Un punto vendita attivo, in quel civico di via Romea sud 51, dal 1948. Ha chiuso da Capodanno il forno Antico porto, detenuto dai fratelli Raffoni a Ponte Nuovo. La stessa azienda fondata, oltre 60 anni fa, da Domenico Raffoni e Laura Alessandrini, genitori degli attuali gestori. Nelle parole di Davide Raffoni, pasticcere tra i più conosciuti in regione soprattutto per la specializzazione sul gluten-free, che porta avanti l’azienda assieme alla gemella Nicoletta, c’è tutta l’amarezza di chi da tempo ragionava su una possibilità rimandata crisi dopo crisi. E che a un certo punto ha dovuto dire basta: «A dicembre io e mia sorella abbiamo fatto venti ore al giorno. Non tanto e non solo per alleggerire i costi, ma principalmente perché non si trovava personale. In più ormai da lungo tempo, prima con la pandemia e poi col caro bollette, non c’era più la morale economica. E quindi stamattina sono in attesa di fare un colloquio di lavoro, dopo una vita passata nel mio laboratorio». Certo il curriculum è di quelli di rara completezza, vista l’esperienza di decenni da panificatore, pasticcere, mastro cioccolataio, tra i primi ad intuire l’importanza di avere una vasta offerta per chi è celiaco: «Certo, ma ora pesa l’incertezza del domani e anche la disillusione su quanto menefreghismo ci sia nei confronti della categoria di cui faccio parte – prosegue il fornaio dell’Antico Porto -. Siamo in sofferenza da prima del Covid, ma le misure che sono state prese per allentare il “caro-pane” sono state risibili. Si aggiunge il fatto che di fronte al cliente che deve barcamenarsi coi rincari appari come un approfittatore, e quando cerchi personale per coprire le malattie trovi pochissime disponibilità, anche se da sempre hai pagato i dipendenti con tariffa piena. Vogliono venire in nero e io non sono disposto ad accettare questa possibilità». Così, a 53 anni Davide si approssima a una nuova vita: «Il mio socio, Gian Luca, ovvero mio fratello, è in pensione. Oltre alla mia gemella Nicoletta c’è Silvia, l’altra sorella, che però ha sempre pensato per lei ad un impegno più ridimensionato in negozio. Pensiamo di vendere o affittare, ma non è cosa banale – completa il ragionamento Raffoni -. Abbiamo messo il negozio sul mercato ad un terzo del valore stimato non da noi, ma dalla Guardia di Finanza in base agli incassi dichiarati. Eppure di offerte non ne sono ancora giunte, a parte alcune che però non comprendono l’attrezzatura, completamente nuova». E così, sul cartello che annuncia la chiusura dell’esercizio e ringrazia la clientela per l’affetto dimostrato negli anni, c’è scritto che il forno chiude almeno “momentaneamente”, in attesa di acquirenti. Gratitudine ricambiata, e rappresentata dalla presidente del Comitato cittadino di Ponte Nuovo e Madonna dell’Albero, Paola Vannelli, che decise proprio assieme a Raffoni e ad altri commercianti di non montare le luminarie nelle località di pertinenza proprio per sensibilizzare sul caro-energia: «L’Antico porto è una colonna della comunità e sulla famiglia che l’ha gestito si poteva sempre contare in tutte le iniziative a sostegno del territorio e dei cittadini che vi risiedono – spiega Vannelli -. Questa chiusura rappresenta una grossa perdita».

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