«Destinare integralmente, a partire dall’esercizio 2022, i dividendi Hera del 2021 in un fondo finalizzato esclusivamente all’abbattimento di quota parte delle bollette delle utenze di famiglie, imprese, professionisti e associazioni». Ma non solo. «Predisporre entro il 31 dicembre apposito regolamento per la gestione di tale fondo e promuovere questa iniziativa anche altri Comuni soci, il tutto adeguando il piano industriale dalla multiutility al fine di individuare meccanismi strutturali che riducano a monte i costi energetici delle utenze nonché ad anticipare gli investimenti nelle nuove produzioni di energia da fonti alternative». Questo è quanto chiede il Movimento 5 stelle imolese attraverso una mozione presentata all’amministrazione comunale.
Per il capogruppo Ezio Roi «il Comune detiene quote azionarie della multiutility Hera che direttamente o tramite società controllate e collegate eroga servizi di gas ed energia elettrica nel territorio. Azioni che hanno garantito in questi anni importanti dividendi introitati dal Comune. Per questo – rimarca – alla luce dell’attualità che vediamo che provoca rincari con conseguenze dirompenti sul sistema produttivo e nel bilancio delle famiglie, delle persone e degli utenti, il sindaco e la giunta devono agire tempestivamente».
Non si ferma il dibattito sul “caro energia”. La presa di posizione dei pentastellati segue, infatti, di pochi giorni quella identica sostenuta dal sindacato Uil del circondario, e fatta propria dalla Lega imolese che ha depositato il testo e le richieste specifiche in un ordine del giorno.
Che la situazione sia problematica, per non dire drammatica, lo hanno fotografato bene i sindacati che hanno evidenziato come «in Emilia-Romagna il 7 ottobre sono pervenute più di 50mila domande. Con questi numeri, le risorse messe in campo (40 milioni) non riusciranno a soddisfare il 50% della graduatoria. Per questo – chiedono Cgil, Cisl e Uil – si devono avviare tavoli territoriali per costruire una risposta adeguata alle famiglie, con Isee sotto i 20mila euro annui. Vanno poi individuate risorse per ridurre l’impatto dei costi energetici, favorendo fasce di reddito con bonus e il pagamento dilazionato fino a primavera. Contemporaneamente vanno individuati fondi territoriali, regionali e nazionali da utilizzare con celerità».