Carmen Cappello presenta già i suoi primi quattro assessori

Imola

IMOLA. «Persone di esperienza, competenti, al posto giusto. Che faranno gli assessori non da politici seduti sulle poltrone come compenso a un consenso elettorale raccolto, ma perché per titoli di studio, carriere ed esperienza possono portare contributi e soluzioni concrete da subito, perché noi siamo pronti a governare». Così la candidata civica Carmen Cappello ha introdotto ieri i primi quattro assessori (Imola ne può avere 7 in tutto) della sua ipotetica squadra di governo. Professionisti di lungo corso ma ancora in attività, eccezion fatta per l’ex prefetto Achille Serra, che in caso, è pronto anche a trasferirsi a Imola che ormai sembra conoscere già piuttosto bene.
La squadra
Achille Serra in caso di vittoria sarà vicesindaco e assessore alla legalità e alla sicurezza. Isabella Maria Bacchini, commercialista e revisore dei conti, ricoprirà le deleghe al bilancio e alle partecipate; a Mauro Salieri, ginecologo ed ex primario, spetterà l'assessorato alla sanità, mentre Giulio Cicognani, per molto tempo direttore della Sacmi, oggi consulente e membro dei cda di diversi istituti bancari, sarà titolare dello sviluppo economico.


I propositi
«Cultura e sicurezza sono una cosa sola – ha esordito l’ex prefetto Serra –. Anche a Imola vorrei nelle scuole per parlare agli studenti. Poi andrà rivalutata la polizia municipale che ha un ruolo importante specie in una città contenuta dove il vigile non deve essere solo il contravventore, ma il confidente delle persone. Senza voler tornare a fare il prefetto credo di essere in grado di fare dialogare gli operatori della sicurezza al meglio. Il centro poi va fatto rivivere, vedo troppe serrande abbassate, e dovremo parlare anche di immigrati per accoglierli ma garantendo condizioni buone. Sono pronto a gestire io stesso un ufficio per ascoltare le segnalazioni e le richieste dei cittadini. Anche questa città non è più l'isola felice di un tempo, per cui è necessario installare più telecamere e illuminare maggiormente le periferie». Isabella Maria Bacchini, che da Area Blu si è dimessa, parte da lì : «Area Blu deve svolgere un’attività di coordinamento dei servizi tra la Città metropolitana, il Circondario ed il Comune di Imola – ha dichiarato –. Dovrebbe diventare l’unica stazione appaltante di tutti i soci ed armonizzare le esigenze di tutti. Deve essere ristrutturata, poiché ha grandi potenzialità, ma negli ultimi tre anni ha patito troppo, perdendo molte figure importanti». Sul Con.Ami, dice, «deve trovare un’identità precisa. Attualmente opera come una finanziaria, c’è confusione di ruoli». Mauro Salieri, medico ospedaliero oggi in pensione ma operativo in libera professione pone l’accento sulla salute più che sulla sanità, e rispetto all’azienda sanitaria rimarca un problema: «In ospedale nei reparti servono primari e non bastano facenti funzioni.
Penso a Chirurgia, Ortopedia, Medicina. Per cui mi impegnerò affinché questi primariati vengano ricoperti più velocemente possibile». Sulla Casa della salute, evidenzia in particolare due vantaggi: «Deve interessarsi alle patologie croniche e deve essere un punto di riferimento per la degenza giornaliera, così facendo può alleggerire il carico dell'ospedale». L'ingegnere Giulio Cicognani, è il più critico di tutti verso le passate amministrazioni e sottolinea «non parlo solo dell’ultima a 5 Stelle, bisogna andare anche più indietro e ammettere che Imola è da tempo in decadenza. La via Selice negli ultimi 10 anni ha perso Cnh, Cir, 3L, Cesi, il loro indotto e altre numerose aziende minori – ha sottolineato –, sono cinquemila posti di lavoro persi, ma tutti sembrano essersene dimenticati. È evidente che Imola oggi non risulta competitiva rispetto ai territori limitrofi». E invita a non nascondersi nemmeno dietro l’emergenza Covid anche se procurerà ulteriori danni, in aggiunta. «Dobbiamo provare, in accordo con sindacati e imprese, di prolungare il tempo determinato in formazione quando a breve molti contratti non verranno rinnovati, sgravando le aziende e formando i giovani invece di portarli verso il reddito di cittadinanza. Dobbiamo creare una sorta di rete intranet che metta in dialogo tutti i soggetti economici della città».

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