Capodanno: le discoteche provano ad aprire come ristoranti

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Tentanto di salvare il salvabile i discotecari della Romagna. Ma il Decreto Festività lascia poco da salvare ai titolari dei locali da ballo. Sulle pagine social delle discoteche non si fa altro che dare notizia dell’annullamento delle serata già programmate, indicando le modalità di rimborso dei biglietti. C’è però chi non si arrende e tenta di tenere aperto a Capodanno con la formula della ristorazione: non discoteca, dunque, ma ristorante con intrattenimento musicale. Il sindacato dei discotecari (Silb), per voce del presidente Gianni Indino, «sconsiglia vivamente», questo azzardo. «Va bene per chi ha già una licenza da ristorante - argomenta -, mentre rappresenta un grosso rischio per chi non ce l’ha: meglio stare chiusi come impone la legge». Aprirà a Capodanno, per esempio, il Living di Misano Adriatico, mentre resterà chiuso il Cocoricò, che ha dovuto annullare all’ultimo momento anche la festa di ieri sera dopo la pubblicazione del Decreto avvenuta nella serata della vigilia di Natale.

I gestori dei locali, che avevano potuto riaprire le attività dopo la prima decade di ottobre e con la capienza ridotta al 50 per cento, masticano amarissimo. Nessuno si illude che possa esserci una retromarcia del governo ma al contrario si teme che la data del 31 gennaio, fissata come termine ultimo per la chiusura imposta, possa essere spostata in avanti nel tempo. «La rabbia dei nostri associati è enorme - spiega Indino -. Ci chiedono di mettere in atto delle forme di protesta radicali, clamorose: non possiamo più tollerare di essere messi costantemente alla gogna come gli untori».

Feste abusive e contagi

«Se qualcuno pensa che con la chiusura delle discoteche il contagio possa diminuire, beh io dico che ha fatto male i propri conti perché i ragazzi non staranno in casa da soli a Capodanno né negli altri giorni di vacanza: si ritroveranno in massa nelle abitazioni, affitteranno ville in campagna o alberghi chiusi. Creeranno in sostanza la condizione ideale per un contagio incontrollato».

Problemi, sostiene il presidente del Silb, potrebbero averli anche i gestori dei locali che resteranno aperti: «Ci stanno chiamando i colleghi che gestisco pub e ristoranti con intrattenimento: i ragazzi si riverseranno nei loro locali in massa. Di questo ne sono preoccupati perché con le discoteche chiuse per loro sarà più difficile reggere l’onda d’urto. E anche questo creerà inevitabilmente le condizioni di maggiori contagi dato che le capienze non sono limitate».

Rassegnato all’idea che il Governo non tornerà sui propri passi, Indino chiede «immediati ristori economici per i gestori e il settore. Chiediamo un tavolo immediato con il Governo altrimenti daremo vita a proteste fortissime e plateali: non possiamo permetterci di accettare un atteggiamento così lesivo nei nostri confronti».

«Sono misure per la gran parte di buon senso, giuste e utili. L'unico dubbio che ho è questa chiusura delle discoteche e sale da ballo, perché temo il proliferare, come è stato quest'estate, di feste private incontrollabili. E' l'unico punto su cui io avevo suggerito di utilizzare il super Green Pass e magari anche i tamponi». Le perplessità sono del presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.

«Per il resto tutte le altre attività rimangono aperte, ovviamente con precauzioni, come è giusto che sia. Ho condiviso anche il blocco delle feste da grandi assembramenti anche all'aperto, quello è giusto. Speriamo si possa reggere, c'è un'ondata molto forte. Noi siamo rimasti bianchi anche questa settimana, quindi fin dopo Capodanno, però bisogna darsi da fare».

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