Capodanno 2022, Emilia-Romagna a rischio zona gialla

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L’Emilia-Romagna rischia di diventare gialla nei giorni intorno a Capodanno. L’allarme arriva dall’assessore alla Sanità, Raffaele Donini. «Sì direi che la possibilità c’è», ha dichiarato a margine di una cerimonia a Bologna: «Pur avendo resistito nelle vacanze di Natale» come altre regioni, «in questa settimana è decisivo soprattutto il livello di criticità dei reparti ordinari». Su questo fronte «noi siamo intorno al 13%-14%, quindi potrebbe essere che nel giro di qualche giorno si possa superare questa criticità- spiega Donini- a meno che la degenza media soprattutto delle persone nei reparti ordinari, che sono vaccinate e quindi hanno manifestazioni più lievi della malattia, che si è accorciata di molto, non sia capace di favorire un ricambio molto forte nei reparti».

Però con l’aumentare dei contagi, «qualcuno che possa avere bisogno per qualche giorno di cure ospedaliere sicuramente c’è», aggiunge l’assessore. «Penso che questi tre o quattro giorni siano fondamentali- sottolinea Donini- per capire se il livello di criticità dei reparti ordinari Covid supererà il livello di guardia del 15% e siamo di poco al di sotto. Ripeto: dipende molto anche dalle dimissioni, perché ovviamente gli ingressi ci sono e abbiamo visto che abbiamo una media di più di 100 persone al giorno che necessitano di cure ospedaliere, però ci sono anche tante persone che hanno una degenza molto breve, perché vaccinate, quindi necessitano di cure per pochi giorni quindi finora c’è stato un saldo che non ha comportato la zona gialla».

La variante Omicron

L’attenzione, ovviamente, è sulla variante Omicron. «Ci rende concentrati rispetto ad una sua diffusività che da noi ormai ha raggiunto oltre il 20% dei casi totali ma che si pensa possa progredire rapidamente- afferma Donini- perché in altre regioni, penso alla Lombardia, è già al 40%. Quindi stiamo parlando di una variante molto diffusiva».

In questo contesto «i casi aumentano e non aumentano per fortuna in proporzione le ospedalizzazioni, ma in valore assoluto ci aspettiamo anche qualche numero in più nei reparti». Pensando soprattutto alle terapie intensive, «continuiamo a raccomandare la vaccinazione perché purtroppo all’interno di questi reparti la grande maggioranza dei ricoverati, oltre il 70% in regione, sono persone non vaccinate nemmeno con una dose».

Per quanto riguarda la variante Omicron, con la flash survey (cioè una fotografia della situazione in un determinato giorno, da cui si può stimare la prevalenza delle varianti in circolazione) del 20 dicembre eseguita dalla rete dei laboratori regionali, è stato complessivamente sequenziato un campione di 133 tamponi selezionati a caso tra quelli risultati positivi, in maniera rappresentativa del peso percentuale di tutte le aziende sanitarie locali: 22 (quindi il 16,5%) sono stati confermati. Complessivamente sul territorio i 22 casi di variante Omicron sono così suddivisi: 4 Piacenza, 1 Parma, 3 Reggio Emilia, 5 Modena, 4 Bologna e Imola, 0 a Ferrara e 5 in Romagna.

Il dato, come detto, fa riferimento al 20 dicembre, ma tutti gli indicatori segnalano un trend in aumento costante, per cui c’è da aspettarsi un dato significativamente più alto nella survey successiva prevista la prima settimana di gennaio.

Le quarantene

A breve potrebbero arrivare da Roma novità sulle quarantene anti Covid e «attendiamo molto questa decisione, perché in una situazione in cui la circolazione del virus rispetto a due mesi fa è più che decuplicata, è chiaro che i protocolli non possono più essere quelli di due mesi fa, perché siamo in un mondo che vede una situazione più di dieci volte impegnativa. Attendiamo che siano innanzitutto il Cts e il Governo a dare delle indicazioni che cercheremo di rispettare nel migliore dei modi» spiega Donini. Sull’opportunità di ridurre le quarantene per i vaccinati, «attendo le valutazioni che farà la comunità scientifica. Certamente non posso non notare che la terza dose, questo è un dato che abbiamo reperito anche noi come Regione Emilia-Romagna con i nostri esperti, protegge oltre il 70% dal contagio e oltre il 90% dallo sviluppo di una forma grave della malattia». Quindi, «se protegge dal contagio chi ha la terza dose contagia anche meno».

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