Caos concessioni demaniali. Il Comune di Rimini: rischiamo denunce

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Occorre risolvere «la vergognosa situazione di confusione e stallo» che riguarda le concessioni balneari. L’appello arriva dal Comune di Rimini di fronte a uno status quo sempre «più aggrovigliato e confuso».

Il Comune di Rimini

L’assessora comunale al Demanio Roberta Frisoni sottolinea che la proroga al 31 dicembre 2033 disposta attraverso una legge nazionale «da una parte viene consolidata da alcuni Tar», come quello di Lecce (che a fine 2020, aveva stabilito che le singole amministrazioni non hanno il potere di disapplicare la 145/2018), e dall’altra «viene picconata dalle diffide dell’ Autorità garante della concorrenza e del mercato (l’Antitrust) che sta producendo diffide in serie nei confronti dei Comuni che, applicando la legge dello Stato, hanno provveduto ad atti ricognitori di proroga». Dunque lo Stato scrive una legge e i Comuni, se non la applicano, sono passibili di omissione di atti d’ufficio; oppure vengono diffidati a farlo perché la legge viola le norme di concorrenza europea e dunque si produce un abuso d’ufficio. Per cui, ribadisce Frisoni, «sindaci e dirigenti comunali possono solo scegliere da chi farsi denunciare». Appunto una «situazione scandalosa, kafkiana, un pasticcio, un corto circuito inaccettabile». Sembra insomma che si voglia risolvere «una vicenda così delicata a colpi infiniti di tribunali, ricorsi, contro ricorsi», senza un orientamento comune, attacca l’amministratrice riminese. «Questa paralisi – prosegue l’assessora – produce esclusivamente immobilismo per qualsiasi investimento sulle spiagge». Certo, in tempi di pandemia, «non è piacevole chiedere al governo di considerare ogni cosa priorità. Ma questa lo è». Da qui la richiesta avanzata da parte dell’Anci (l’Associazione dei Comuni) al ministro del Turismo Massimo Garavaglia di «prendere in mano questa vergognosa situazione di confusione e stallo». «Per questo torniamo a chiederlo con forza anche noi – afferma l’assessora –: così non si va avanti. I Comuni non possono essere lasciati in balia di tutto e il contrario di tutto, gettando esclusivamente su di loro ogni tipo di responsabilità amministrativa e penale. Perché l’Autorità della Concorrenza invece di richiamare i comuni, che si trovano incastrati in un contesto normativo kafkiano, non si fa promotrice verso governo e parlamento di legiferare una volta per tutte in materia? Qui quello che urge è prendere in mano e risolvere la situazione, non alimentare ulteriormente contenziosi, ricorsi e contro-ricorsi. All’Italia – conclude Frisoni – occorre un Piano nazionale della costa, ma intanto «è necessario oggi togliere dall’imbarazzo centinaia di Comuni, migliaia di imprese, il Paese intero che, in questo momento, su questa vicenda sta perdendo qualsiasi credibilità».

La politica nazionale

Sul caos concessioni a causa degli ultimi interventi di Tar e Antitrust, l’onorevole del Pd Umberto Buratti ha presentato un ordine del giorno che «richiama il governo alla necessità di un intervento urgente in materia di concessioni demaniali marittime, attivando da subito un’interlocuzione con la Commissione europea». Sul fronte opposto il senatore Maurizio Gasparri di Forza Italia ha bacchettato il governo: «I ministri si allineino a quello che è stato fatto persino dal governo precedente e che dovrà, con maggior vigore, fare l’attuale governo. Chi non si allinea è fuori dalla logica e dalla tutela delle imprese italiane. Su questo sarò inesorabile».

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