Cantiere Dante a Ravenna, tutto il Paradiso in una notte

Il Teatro delle Albe, insieme alle attrici e agli attori di Ravenna, saranno insieme, ai Giardini Pubblici, per andare “Verso Paradiso”: un vero e proprio happening, dal tramonto all’alba, con la lettura dei trentatré canti del Paradiso e le musiche e improvvisazioni curate da Luigi Ceccarelli, con un ensemble composto da Vincenzo Core alla chitarra elettrica, Giacomo Piermatti al contrabbasso e Gianni Trovalusci ai flauti, insieme al live electronics di Andrea Veneri e la voce di Mirella Mastronardi per i canti gregoriani in aramaico e persiano.

«Come sarebbe stato possibile celebrare l’Alighieri in questo settecentenario – si chiede il regista e drammaturgo del Teatro delle Albe, Marco Martinelli – se la parola celebrare non significa nella sua origine monumenti e bandiere, significa invece un affollare, un riempire festoso di corpi, un farsi folla, che in questo tempo ci è precluso? Il solo rimandare però non ci bastava, volevamo un segno che indicasse la nuova direzione».

“Verso Paradiso” è infatti la direzione presa dal progetto Cantiere Dante: dopo il teatro diffuso e partecipato di “Inferno” e “Purgatorio”, nell’impossibilità di replicare il coinvolgimento dei cittadini anche per “Paradiso”, ci si è inventati una pausa che non fosse tale, ma solo un lungo respiro prima di riprendere il cammino.

Un lungo viaggio, quello che porterà attori e spettatori “Verso Paradiso”; lo spettacolo è diviso in tre parti: nella prima, con inizio alle ore 20.30 e fine alle 23, verranno letti i Canti da 1 a 11. Dopo un intervallo di 30 minuti, la seconda parte inizia alle 23.30 e finisce alle 2, con i Canti dal 12 a 22. Infine, dopo un altro intervallo, la terza parte andrà dalle 2.30 fine alle 5 con i Canti da 23 a 33. Gli attori, dopo un solo giorno di prova, daranno voce al lungo viaggio di Dante, dalla «gloria di Colui che tutto move» a «l’amor che move il sole e le altre stelle», incontrando Giustiniano e Cunizza da Romano, Francesco d’Assisi e Cacciaguida, fino al ravennate San Pier Damiani.

«Un segno di speranza – sottolineano Martinelli e Montanari –, un gesto politico, nel senso di una orizzontale “chiamata al lavoro” per tanti artisti singoli, molti dei quali fanno parte di gruppi e compagnie, sì, ma, nel tempo della peste, sono meno coperti delle istituzioni teatrali. Una lunga, intensa preghiera».

Info: 0544 249244

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