Cani morti a Ravenna, chiesto il rinvio a giudizio del veterinario e della direttrice del carcere

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Fulcro delle accuse sono i maltrattamenti e le uccisioni di animali, per via di amputazioni di code, interventi ed eutanasie effettuate – stando a quanto contestato – nonostante non ve ne fosse una reale esigenza, e in alcuni casi senza che le bestiole fossero adeguatamente sedate. Poi ci sono i reati fiscali, con una maxi evasione sulle dichiarazioni dei redditi, oltre alle certificazioni dei vaccini e dei libretti sanitari, ritenute false. Ma la vera novità, nella richiesta di rinvio a giudizio notificata al dottor Mauro Guerra, è che insieme al veterinario di Sant’Antonio, oggi 49enne, la Procura vuole portare a processo altre sette persone, fra familiari e clienti, compresa la direttrice del carcere di Ravenna. Le indagini, iniziate nell’estate del 2020 proprio dopo la morte del suo cane, sono ora giunte al termine riepilogando le contestazioni formulate dal sostituto procuratore Marilù Gattelli alla luce di un’inchiesta che ha compreso accertamenti fiscali, consulenze medico-veterinarie e analisi tossicologiche. Tra le accuse al veterinarioanche il presunto giro d’affari mai dichiarato al fisco. Il professionista – assistito dall’avvocato Claudio Maruzzi – avrebbe tenuto una doppia contabilità in nero, con una maxi evasione fiscale la cui punta dell’iceberg sarebbe emersa nel dicembre di un anno fa, quando, durante una perquisizione, sono stati sequestrati oltre 615mila euro in contanti, nascosti in casa. Si capisce così come mai le indagini hanno approfondito anche i rapporti con i familiari. Proprio durante un sopralluogo a casa dei genitori del veterinario (assistiti dall’avvocato Carmelo Marcello), non è sfuggita la presenza di un fucile funzionante e non dichiarato, del quale dovranno a loro volta rispondere presto, con il figlio e gli altri imputati, davanti al giudice per l’udienza preliminare. I dettagli nel Corriere Romagna in edicola

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