Cameriere denuncia: "Macché 9 ore, te ne fanno lavorare 12 senza riposo"

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«Gli orari di lavoro che vi hanno dato non sono reali. E chi è del settore lo sa bene. Altro che 9 ore al giorno». Riminese, 66 anni, Bruno (nome di fantasia per sua esplicita richiesta) è uno che nel settore del turismo ci lavora da una vita. «Ho fatto il cameriere per oltre 30 anni, qualche volta anche il portiere notturno, poi ho aperto un bar. Ora lavoro nella sorveglianza di spiaggia e devo dire che mi piace molto».


Ha detto che gli orari che abbiamo pubblicato non sono reali, si spieghi meglio…


«Ve lo dico perché per decenni ho lavorato in Riviera, da Rimini a Bellaria, come cameriere in albergo. Nove ore me li sognavo, e parlo di pochi anni fa. I ritmi erano di 11, 11 ore e mezza al giorno. Senza riposo settimanale naturalmente. Per uno stipendio di 1500 euro netti al mese, non 1600 o 1700 come vi hanno detto. Tutto compreso naturalmente: lo straordinario non esiste; la tredicesima mensilità non è prevista; il giorno di riposo, e chi lo ha mai visto?! per non parlare, poi, dei permessi retribuiti: cosa sono? e dei festivi: domeniche o ferragosto, nulla di nulla!»


Quali sono questi orari di lavoro?


«Molto semplice: entri in albergo alle 7 del mattino e tiri dritto fino alle 15.30. Parlo di colazione, pulizia tavoli e sala, sistemazione tavoli per il pranzo; quindi pranzo, pulizia tavoli e sala, sistemazione tavoli per la cena. Dopodiché torni a casa, riposi qualche oretta, e alle 18 di nuovo in hotel fino alle 21.45, 22. Perché dopo la cena devi sistemare i tavoli per la prima colazione della mattina. Ecco i veri orari».


Tutto questo senza mai riposare?


«Ovvio, io non ho mai fatto un riposo settimanale. Da giugno fino al termine della stagione, prevista per metà settembre. Si lavora sempre, senza mai staccare un giorno. Se vuoi lavorare è così».
Quando era in servizio si è fatto mai vivo nessuno dell’ispettorato del lavoro?
«Assolutamente no, ma quali controlli! Dicono che non ce la fanno, che sono pochi. Sarà anche vero. Ogni tanto senti o leggi che ne beccano qualcuno: sì uno ogni novanta… E tutto questo con alberghi quasi sempre pieni di clienti e con la nostra busta paga perennemente uguale. E attenzione, questo non accade solo qui in Riviera».


Insomma è un sistema diffuso…


«Certo che sì. Guardi io ho fatto stagioni invernali in Lombardia, Veneto, Trentino. E, bene o male, le irregolarità contrattuali le ho toccate con mano ovunque. E vi dico di più: in Trentino mi è capitato di lavorare per dei riminesi, gestori di hotel, che, come prima cosa, avevano provveduto ad esportare il sistema Riviera lassù: 10-11 ore di lavoro al giorno e riposi settimanali inesistenti. Sempre per 1500 euro nette al mese».


Bruno, pensa che l’attuale carenza di personale sia la conseguenza di questo sistema?


«Ma certo, è una concausa. C’è sempre qualcuno che ha bisogno di lavorare e accetta qualsiasi condizione. In mancanza di italiani, sono arrivati gli stranieri. Ed ora che anche loro si sono stancati di orari e ritmi di lavoro infernali, ecco che non si trova più manodopera. Non solo qualificata, ma anche il classico tappabuchi»

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