Cameriere con la febbre: si mette in malattia ma spaccia
Gli inquirenti sono infatti riusciti a dimostrare che il ragazzo, che lavora come come cameriere in un ristorante, aveva ceduto dosi di stupefacenti ai clienti anche nei giorni in cui era a casa dal lavoro a causa di qualche linea di febbre. A mettere gli uomini dell’Arma sulla pista dello spaccio è stata infatti una rivelazione fatta da fonti confidenziali, poi confermata dalla perquisizione di lunedì mattina in casa del ragazzo. Per il giovane è scattata quindi l’accusa di cessione di sostanze stupefacenti, venendo processato con il rito abbreviato ieri mattina. Difeso dall’avvocato di fiducia Diego Pensalfini, il ragazzo ha ottenuto uno sconto di pena, che dall’anno e quattro mesi chiesti inizialmente dal pubblico ministero, è arrivata a quattro mesi e 20 giorni, con pena sospesa. Dissequestrato anche il cellulare con cui si sospettava che il giovane organizzasse l’attività di spaccio. Per lui, infatti, il difensore Pensalfini aveva chiesto l’assoluzione, dichiarando che la droga ritrovata in casa era destinata a consumo personale.