Cambiamento climatico: l’Italia arretra

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Per la lotta al cambiamento climatico l’Italia fa passi indietro. La penisola, infatti, arriva al 30esimo posto su 63 analizzati nel Climate change performance index del 2022. La motivazione? Non ha fatto abbastanza per lo sviluppo delle energie rinnovabili, posizionandosi al 34esimo posto di questa specifica classifica. Inoltre, ha una performance particolarmente bassa per la politica climatica nazionale. Tutto ciò mentre il Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, prevede un obiettivo di riduzione delle emissioni. Una scommessa che potrebbe far risalire la speciale classifica del rapporto annuale promosso dalle Ong Germanwatch, Can (Climate action network) e NewClimate Institute in collaborazione, per l’Italia, con Legambiente.

Anche quest’anno le prime tre posizioni della classifica per la lotta alla crisi climatica sono vacanti. Nessuno ha raggiunto la performance necessaria per contenere il riscaldamento globale entro 1,5°C. Sono i Paesi nordici Danimarca, Svezia e Norvegia a posizionarsi tra il quarto e il sesto posto. Maglia nera, invece, per i Paesi esportatori e utilizzatori di combustibili fossili come Arabia Saudita, Canada, Australia e Russia. La performance è misurata attraverso il Climate Change Performance Index (Ccpi), prendendo come parametro di riferimento gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e gli impegni assunti al 2030. Il Ccpi si basa per il 40% sul trend delle emissioni, per il 20% sullo sviluppo sia delle rinnovabili che dell’efficienza energetica e per il restante 20% sulla politica climatica.

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