Calmo, tempestoso mare: l’arte tra porti, navi e velieri

RAVENNA. Sono veramente poche le notizie sulla vita e sulla formazione artistica di Ugo Manaresi (Ravenna 1851-Livorno 1917). Si diploma Capitano di lungo corso all’Accademia Navale di Livorno, entrando per qualche tempo a farne parte come insegnante. Si trasferisce nella città labronica e, forse influenzato dal padre, restauratore e copista, inizia a dipingere da autodidatta, con un breve periodo di studi all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Di fatto, sfrutta ben poco il suo titolo per una attività professionale di navigazione, ma influenza sicuramente la scelta dei soggetti delle sue opere. Gran parte della sua pittura illustra infatti il mare, calmo o tempestoso, i tragici naufragi, le scene portuali con l’affollamento di imbarcazioni, i cantieri navali, le navi, i velieri , le barche, le scogliere colpite dalle onde, i paesaggi marini in generale e quelli fluviali. Tutta una produzione eseguita con una accurata ricerca del particolare nella quale è favorito dalla sua competenza professionale, sempre sostenuta da un solido, preciso e strutturato disegno. Nascono così le numerose vedute del porto di Livorno, del canale di Viareggio e di altre località costiere toscane e liguri come gli scorci del porto di Chiavari. Alcune piccole composizioni come “Brigantino bianco” del 1888 che anticipa il Bonito del racconto “Freya delle sette isole” pubblicato da Joseph Conrad nel 1912, la stessa imbarcazione che risalta nella grande tela “Velieri nel porto di Livorno” dello stesso anno, battuta e aggiudicata per 50 milioni di lire nel 1988 da Finarte a Milano, incuriosiscono e si rivelano straordinarie e di grande suggestione. Così come la documentazione storica del panfilo reale “Savoia” in arrivo a Cettigne con tutta la sua scorta per il fidanzamento del futuro re d’Italia Vittorio Emanuele III con la bella principessa Elena di Montenegro. Dal suo studio ad Antignano nel quartiere di Ardenza a pochi chilometri dalla frazione di Quercianella dalla quale è separato da un tratto di costa a strapiombo sul Mar Ligure, si muove lungo il litorale con la sua piccola barca, per riprendere dal vero scorci delle strutture portuali, delle scogliere e delle spiagge.
Artista di carattere schivo e inquieto, espone poco, a Firenze, Genova e Milano, raramente a livello nazionale. La matrice macchiaiola della pittura di Manaresi si rivela nei paesaggi, scorci e vedute panoramiche della costa livornese come nel caso di “Castel Sonnino” non distante dal suo studio, che dipinge in più occasioni. Costruito alla fine dell’Ottocento da Sidney Sonnino, l’uomo politico pisano Presidente del Consiglio per qualche mese nel 1906, per farne la propria residenza, sull’area di un forte mediceo a sua volte edificato sui resti della Torre di difesa costiera di San Salvatore o del Romito. Le opere del pittore ravennate hanno riscosso e riscuotono una particolare attenzione da parte dei collezionisti come testimonia la loro frequenza e i risultati di vendita ottenuti nelle aste in Italia e all’estero nell’ultimo trentennio.

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