Caldo da morire. In Romagna fatali le ondate di calore per un anziano su 100

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Si muore di caldo. Letteralmente. Che non sia un modo di dire, tanto più in una delle estati più torride, lo certifica l’Ausl Romagna che nell’annuale report sullo stato di salute dei cittadini calcola anche l’incidenza di afa e temperature sopra la norma: secondo quanto si legge nel documento, si stima che un decesso su cento tra gli over 65 residenti nei comuni capoluogo sia legato al caldo. Valore che fa riferimento all’ultimo dato statistico ufficiale, ovvero al periodo 2013-2017, quando il numero medio di giorni con valori oltre i 31,4° nel Ravennate è stato di 18, ma che probabilmente va visto al rialzo viste le ultime estati, anche se una distinzione netta sulle cause, in questo caso, rischia di sfumare per la comparsa sulla scena sanitaria del Covid.

182 casi l’anno

«Nell’ultimo decennio si sono registrate ondate di calore di intensità eccezionale – si legge nel report – mentre le precipitazioni estive sono diminuite». Cambiamenti climatici che hanno riflessi «diretti e indiretti sulla salute umana. Nel periodo in esame sono state stimate in 182 le morti all’anno attribuibili al caldo»; si tratta di decessi ritenuti come «evitabili o posticipabili senza il fattore causale delle elevate temperature. Nel caso specifico, la letteratura ha evidenziato che una quota importante di decessi sono solo anticipati di qualche settimana».

Insetti e virus

Ad ogni modo per l’azienda sanitaria è certo che il caldo sia un fattore di rischio. Inoltre, l’aumento delle temperature innesca anche altre variabili come malattie e virus portati dagli insetti, in particolare le zanzare. «Anche la diffusione di patologie infettive da vettore può essere un effetto indiretto dell’innalzamento delle temperature. I rischi per la salute derivante dalla diffusione delle arbovirosi appaiono rilevanti e di attualità in Emilia Romagna, che dal 2007 ha gestito diversi focolai epidemici, dalla Chikungunya nel Ravennate alla presenza di West Nile, elementi che hanno indotto la Regione ad adottare un piano aggiornato annualmente per la sorveglianza e il controllo di focolai». Il proliferare di zanzare tigre e zanzare comuni appare infatti in aumento nel quinquennio 2016-2020 con popolazioni di insetti più elevate in Romagna, a Forlì (+22%), Rimini (+21%) e Ravenna (+11%) a fronte di un incremento medio del 5%.

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