Calcio, Rimini: sono i libri la grande passione del tecnico-scrittore Marco Gaburro

Ci sono allenatori che nella sosta all’autogrill, nel corso di lunghe trasferte, si avventano su un Camogli, ce ne sono altri che comprano un buon libro. Da leggere al momento giusto, nel posto giusto, con lo stato d’animo giusto. Uno di questi è Marco Gaburro, allenatore del Rimini, un feeling particolare con il pallone, ma anche con la scrittura, perché l’allenatore veronese è autore di buon successo di libri come “Aridità”, in vendita nelle librerie e su Amazon. Marco Gaburro nell’ordine è un allenatore di calcio, uno scrittore e un blogger, inventore su facebook di uno spazio dedicato alla cucine, “Mister Chef”, che ha la bellezza di 3.086 followers. «Un modo un po’ diverso e originale di pensare ai piatti che decidete di cucinare, per voi o in compagnia, per una cena romantica o per un gruppo di persone», scrive sul suo blog. Insomma, è un personaggio decisamente eclettico, il tecnico del Rimini. Uno che, se andasse in campo, sarebbe un jolly libero di spaziare. Ma concentriamoci sul Gaburro scrittore. Dopo aver pubblicato i manuali “Ritorno alla Prassi” e “Dentro il Gioco” tra il 2002 e il 2005 e aver dato alle stampe il suo primo saggio “Calcio al Calcio” nel 2004, ha concentrato i suoi sforzi sul suo primo Romanzo, che ha intitolato “Aridità” (2012). Autore di libri, ma anche lettore attento, Gaburro si presta ad un giochino estivo e consiglia cinque libri da leggere sotto l’ombrellone. «A parte il mio libro che tutti possono acquistare – dice sorridendo il tecnico del Rimini – partirei con un classico di Josè Samarago, “Le Intermittenze della Morte”, che io ritengo molto bello. Poi ci metterei un classico della letteratura come “Il Giocatore” di Fedor Dostoevskij. Mi sono piaciuti molto ultimamente anche libri più leggeri, uno di questi è “Viva più che Mai” di Andrea Vitali. “L’allenatore” di John Grisham è un libro che mi ha appassionato: parla di un coach estremamente esigente, che sottoponeva i suoi ragazzi ad allenamenti durissimi, senza mai gratificarli di un elogio. Alla notizia della sua gravissima malattia i suoi ex allievi si radunarono ogni sera sulle gradinate dello stadio per rivivere i momenti di gloria. Poi “22-11-63” di Steven King, un viaggio nel tempo per cercare di impedire l’assassinio di John Kennedy». Ma quanto legge e cosa legge di solito Gaburro? Il tecnico del Rimini è un accanito lettore: «Leggo un po’ di tutto. Certo, mi piacciono più alcuni temi rispetto ad altri, leggo letteratura anglosassone ma anche quella latina ed italiana. Molto dipende anche dal momento in cui decido di leggere, se c’è un saggio che mi piace lo leggo di sicuro, posso spaziare dalla politica allo sport. I romanzi storici mi piacciono un po’ meno, molto dipende dal periodo in cui sono ambientati». Ultimamente Gaburro con i libri va un po’ a strappi: «Dipende dal periodo, ma quando mi metto leggo tutto velocemente. A volte compro libri e poi li lascio lì, non li leggo subito. In generale mi è sempre piaciuto leggere libri, sono sempre soldi ben spesi. Molto spesso quando con la squadra ci fermiamo in un autogrill, io ne approfitto per acquistare un libro: prima o poi so che arriverà il momento buono per leggerlo. Due anni fa in ferie in Sardegna ho letto “Cent’anni di solitudine”: l’avevo iniziato a leggere diverse volte ma non ero mai riuscito a finirlo. Quando ce l’ho fatta, sono stato davvero contento di averlo terminato. Comunque, in questo momento storico, anche per i tanti impegni, non riesco a leggere più di cinque o sei libri all’anno».

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