Calcio Serie C, William Viali e il Cesena che verrà

CESENA - Ieri pomeriggio William Viali ha dato ufficialmente il via alla stagione 2020-2021 alla guida del Cesena, con la prima seduta diretta assieme al suo staff nel quartier generale del Rognoni.
Viali, è l’estate più difficile della sua carriera?
«Difficile non so, di sicuro la più strana e la più particolare, molto complessa anche da organizzare in maniera logica. Oggi sappiamo solo che il campionato comincia il 27 settembre e che in mezzo ci sono otto settimane, che abbiamo dovuto studiare e rimodulare rispetto ai soliti standard di ogni estate».
Il dosaggio delle forze e dei carichi è l’ostacolo più grande?
«No, perché abbiamo deciso di cominciare piano, con un riadattamento più che con una vera e propria preparazione. Da qui a Ferragosto non avremo mai carichi da pre-campionato, perché il 27 settembre è lontanissimo e perché siamo ancora un gruppo poco folto. Il vero pre-campionato comincerà dal 17 agosto, quando i giorni che ci separeranno dal debutto saranno circa 40».

Su quali tasti insisterà in queste prime due settimane?
«Siamo partiti con allenamenti individuali a piccoli gruppi, con al massimo cinque giocatori ciascuno. Dividiamo lo staff e ognuno di noi si occupa di un lavoro specifico, con poche variazioni: per ora abbiamo convocato solo i “grandi”, perché gestire un numero più ampio di giocatori sarebbe troppo complicato. Saremo un gruppo standard di 24-25 giocatori solo quando arriverà il via libera dai tamponi».

Cosa la preoccupa di più?
«La distanza dalla prima partita. I calciatori sono abituati ad avere un obiettivo e di solito, in estate, l’obiettivo dista al massimo 3-4 settimane, prima con la Coppa e poi con il campionato. Ora, invece, la Coppa non c’è e il campionato è lontanissimo. Dovremo tenere alta la concentrazione, ma senza esagerare. Dovremo capire i momenti e riaccendere l’interruttore in caso di cali».
In questi due mesi di calcio giocato, cosa ha provato stando davanti alla tv?
«Ho capito ancora di più che il calcio è della gente. Dal divano di casa il calcio di queste settimane mi sembrava un altro sport, non immagino dallo stadio, dal campo, dalla panchina. Noi per fortuna non abbiamo ancora vissuto il Manuzzi a porte chiuse e non vorremmo neppure viverlo. Sappiamo che non ci sono certezze e che stiamo vivendo una fase ancora complicata, ma la speranza è di vederlo aperto anche con una capienza ridotta. Vuoto no, mai».
Cosa si aspetta dal mercato?
«Cerchiamo giovani di qualità, come ce n’erano lo scorso anno. E qualche giocatore più esperto che indichi la strada ai giovani e che aiuti loro a fare il salto di qualità».
Come ha ritrovato De Feudis?
«Per me non è cambiato molto, perché già da capitano non lo vedevo come un altro calciatore, ma come la guida: abbiamo sempre avuto un dialogo diretto e confidenziale e l’ho scelto anche per questo. Casomai, farà più effetto a lui. Sono convinto di aver inserito una persona di altissimo livello e sono felice che possa essere ancora un punto di riferimento. Per me Beppe ha solo cambiato maglietta e spogliatoio. Quando abbiamo parlato di questa possibilità, nei suoi occhi ho visto accendersi una fiamma».
Ha senso, il 4 agosto, parlare di tattica e ipotizzare come giocherà il nuovo Cesena di Viali?
«Non è detto che faremo le stesse cose dello scorso anno. A gennaio ho portato le mie idee rispetto al tipo di squadra e anche al momento. Adesso abbiamo più tempo e siamo all’alba di un nuovo percorso. Al momento, però, possiamo solo parlare di concetti e non certo di tattica o di schemi. Vedremo più avanti».

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