Calcio Serie C, oggi sono due mesi senza partite

In questi tempi di coronavirus, il pallone, sui campi di Serie C Girone B, non rotola da Virtus Verona-Rimini e Fano-Imolese di sabato 22 febbraio, e da Ravenna-Triestina e Cesena-Vicenza di domenica 23. Oggi, quindi, la lunghissima sospensione compie due mesi e naturalmente fa un certo effetto ripensare a dove eravamo rimasti. Perché due mesi assomigliano più a due anni.

Uno stop senza precedenti

Dopo le guerre non era mai capitato di fermarsi per oltre 60 giorni durante una stagione. Eventi atmosferici tipo le robuste nevicate del 2012, tanto per fare un esempio, o maxi pause dilatate a cavallo o dopo le feste di Natale (vedi la serie B) non hanno mai minimamente lasciato i tifosi per due mesi senza squadra da tifare e senza partite da vedere o stadi da riempire. Ma due mesi senza toccare il pallone, per un calciatore professionista, non capitano neppure in estate, tra una stagione e l’altra. Torniamo indietro di quasi un anno: la prima squadra a chiudere la stagione 2018-2019 fu il Ravenna, in vacanza dopo l’eliminazione dai play-off contro la FeralpiSalò e nuovamente in campo, per il raduno di questa stagione, il 15 luglio al Benelli. Totale: due mesi. Il Rimini smise di giocare il 26 maggio (curiosamente con la Virtus Verona, ritorno dei play-out), il Cesena chiuse la Poule Scudetto a Foligno il 31 maggio (sconfitta contro il Lecco in semifinale), mentre l’Imolese Salutò un’annata storica addirittura il 2 giugno (play-off contro il Piacenza). In tre casi su quattro la pausa estiva è durata meno di due mesi.

Dove eravamo rimasti?

Il campionato di Lega Pro girone B è stato interrotto in pieno inverno, mentre oggi siamo già in primavera inoltrata. Le quattro romagnole sono uscite dal campo per l’ultima volta non certo con risultati indimenticabili: un pareggio e tre sconfitte. Eppure, in almeno tre casi su quattro, c’erano segnali incoraggianti: Rimini imbattuto per la quarta gara consecutiva (record), Cesena in ascesa nell'era-Viali e Ravenna corsaro a San Benedetto del Tronto prima dell'ultimo scivolone. Solo l’Imolese cominciava a precipitare, ma anche quel ruzzolone è stato fermato dal coronavirus.

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