Calcio Serie C, cosa ci siamo persi in questi due mesi?

CESENA - Se non fosse scoppiata improvvisamente una pandemia, questa sarebbe stata la settimana dei primi verdetti, magari innaffiati dallo spumante dei vincitori (promossi in B) o dalle lacrime dei vinti (retrocessi in D). Domenica scorsa, infatti, si sarebbe dovuto concludere il campionato di Lega Pro con le gare dell’ultima giornata della stagione regolare, antipasto di play-off, play-out e vacanze per tutti gli altri. Il sipario è invece calato con due mesi abbondanti di anticipo e la sensazione è che, per quest’anno, non si alzerà più. E allora: cosa ci siamo persi negli ultimi due mesi di campionato? Chi sarebbe potuto diventare il protagonista o addirittura il trascinatore di Cesena, Ravenna, Imolese e Rimini? Cosa promettevano le quattro sorelle di Romagna nella bagarre di fine anno? Proviamo a rispondere, partendo da come e da dove ci eravamo lasciati.

Buone sensazioni, ma…

Il Cesena, prima del semaforo rosso imposto dal virus, aveva appena perso partita e Caturano: 23 febbraio, Cesena-Vicenza 1-3, imbattibilità interrotta e centravanti titolare ai box per un infortunio muscolare. Il giocatore più atteso sarebbe stato proprio Caturano, prelevato a gennaio dall’Entella e subito a suo agio nelle prime gare in bianconero: cinque presenze, tre gol, tanti applausi. L’infortunio lo avrebbe tenuto fuori per tre settimane, ma negli ultimi 40-45 giorni di stagione Caturano sarebbe stato l’uomo in più del Cesena e il killer designato sul quale puntare per blindare innanzitutto la salvezza. L’ex centravanti del Lecce prometteva bene, proprio come il suo allenatore. Il biglietto da visita di William Viali era stato buonissimo: una vittoria, due pareggi e la sconfitta contro la capolista in un primo mese dall’altissimo coefficiente di difficoltà. Viali era riuscito a “normalizzare” il Cesena, garantendo maggiore equilibrio e maggiore solidità senza affidarsi alle barricate, ma continuando ad esprimere un buon calcio. Però le valutazioni su Viali si sono fermate proprio sul più bello e sarebbe stato interessante capire come il Cesena avrebbe reagito alla prima sconfitta e come avrebbe affrontato tutti gli snodi-salvezza, a cominciare dal doppio derby casalingo contro Rimini e Ravenna.

Difesa e attacco

A proposito di Ravenna, le ultime due gare prima dello stop avevano fotografato fedelmente la stagione piuttosto umorale dei giallorossi, corsari con pieno merito a San Benedetto del Tronto e poi battuti dalla Triestina al termine dell’ultima recita al Benelli. Se i “cugini” di Cesena attendevano al varco Caturano, a Ravenna l’uomo più osservato e atteso prima della pausa era un altro centravanti: Benjamin Mokulu. Arrivato a gennaio dal Padova, aveva già lasciato il segno con due gol decisivi contro Imolese e Sambenedettese e si candidava a diventare il punto di riferimento offensivo al fianco di Nocciolini. Sempre grazie al mercato di gennaio, che proprio come un anno fa aveva migliorato la squadra e le soluzioni a disposizione di Foschi, il Ravenna era decisamente migliorato in difesa: dopo essere stata spesso affettata nel girone d’andata, con Caidi e Cauz l’aria era finalmente cambiata con appena 4 gol al passivo nelle ultime cinque giornate prima dello stop. A centrocampo, invece, la primavera sarebbe potuta essere la stagione di Filippo Lora, che aspettava il rilancio dopo mesi di dubbi e di ombre. Ma purtroppo non lo sapremo mai.

Discesa

Fischi e contestazione. Dalle parti di Imola non era mai successo, ma nell’ultima gara giocata (e persa) a Fano, al netto di alcuni torti arbitrali, il manipolo di tifosi al seguito aveva fischiato la squadra di Atzori, reduce dalla disfatta della domenica precedente contro il Cesena nel derby-salvezza del Galli. Con il blocco del campionato ci siamo persi la possibilità di vedere se l’attesissimo bomber Andrea Ferretti, arrivato a gennaio dalla Triestina, sarebbe riuscito a cambiare marcia e a trascinare l’Imolese, dopo un primo mese piuttosto anonimo. Al contrario, a proposito di attaccanti arrivati a Imola a gennaio, c’era curiosità per capire dove sarebbe arrivato Matteo Chinellato, autore di tre gol nelle prime quattro partite disputate con la maglia rossoblù. Dal campo alla panchina: le due rovinose sconfitte consecutive contro Cesena e Fano, seguite ai pareggi ottenuti contro Modena, Ravenna e Virtus Verona, avevano nuovamente fatto precipitare in classifica l’Imolese, proprio come accadde all’andata quando Atzori era stato chiamato al capezzale di una squadra ultima e in caduta libera. Il tecnico ravennate sarebbe riuscito a risvegliare la squadra anche stavolta?

Risalita

Pur essendo ultimo in classifica in compagnia del Fano, il Rimini era invece rientrato ai box per la pausa nel suo momento migliore. Risultati alla mano, gli uomini di Colella muovevano la classifica da quattro giornate consecutive grazie al successo contro il Modena e ai pareggi contro Carpi, Gubbio e Virtus Verona. Insomma, alla doppia disfatta con SudTirol e Vicenza (due squadre oggettivamente di un’altra categoria), i biancorossi erano rientrati in scia e puntavano ad abbandonare innanzitutto l’ultimo posto. Migliorata la difesa con l’ingresso in pianta stabile di Codromaz, riequilibrato il centrocampo con qualche aggiustamento tattico, Colella stava ottenendo tantissimo soprattutto da Tony Letizia, uno dei tanti volti nuovi arrivati durante il mercato di gennaio. Prima di fermarsi per un infortunio, che gli aveva fatto saltare il Modena e la Virtus Verona, l’attaccante napoletano aveva realizzato ben 4 gol in sei partite. Gli ultimi mesi di campionato, inoltre, sarebbero stati un buon test per l’atteso Mendicino e soprattutto per Scott Arlotti, il giovane più talentuoso del gruppo.

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