Calcio Primavera 2, Mezzetti e il rigore sbagliato dall'Imolese: «Non baratto la dignità con un punto in classifica»

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«Ho chiesto a Liverani se avevo visto bene, in quel caso non c’erano dubbi su cosa si doveva fare». Le parole con le quali Lorenzo Mezzetti, allenatore dell’Imolese Primavera, riavvolge il nastro alla partita del Girone B di Primavera 2 in casa della Salernitana sono chiare e nette nel raccontare l’episodio di fair play che ha visto protagonista la sua squadra. Sotto 1-0 a un quarto d’ora dalla fine, ha ordinato a Liverani di calciare fuori un rigore ottenuto dopo che i rossoblù non avevano restituito ai campani un pallone calciato volontariamente in fallo laterale per prestare soccorso a un ragazzo a terra: «Era un momento – ricorda Mezzetti - nel quale mi stavo lamentando con il loro allenatore perché, come è normale in questi casi, la Salernitana stava perdendo tempo a riprendere il gioco. Nello specifico un loro giocatore aveva accentuato un contatto e avevano messo la palla fuori. Al tecnico avversario ho detto che avremmo restituito palla ma ho aggiunto che in campo giovanile si deve cercare di giocare, non di perdere tempo: in quel frangente il gioco è ripreso, ho visto partire la palla ma non ho avuto chiaro cosa fosse successo fra la rimessa e il fischio del rigore su Linkendja. Ho chiesto a Liverani se avessimo restituito il pallone oppure, come mi era sembrato, questo non fosse successo. Mi ha detto che non avevamo restituito palla e mi ha chiesto se il rigore fosse da sbagliare. Lì la mia risposta è stata semplice: dobbiamo sbagliarlo».
Un gesto che sui campi da calcio non è così comune. Lo ha capito da solo Mezzetti: «Da sabato sono un po’ stupito perché ogni 30 minuti mi arrivano o una chiamata o un messaggio di un giornalista o di un addetto ai lavori (il primo è stato Stefano Colantuono, responsabile del settore giovanile della Salernitana, ndr) che si complimenta. Fa piacere, però mi chiedo: se c’è tanto stupore a fare cose normali e giuste dove sta andando il mondo del calcio? Il nostro è stato un gesto di correttezza, non un gesto eroico. Se qualcuno può pensare “speriamo che non ci manchi un punto alla fine per salvarci” rispondo che se ci mancherà un punto non sarà quello con la Salernitana, ma quelli non fatti nel corso del campionato per nostre mancanze e difetti. Sabato vremmo rubato un punto e non sarebbe stato giusto. Non si può barattare la dignità con un punto in classifica: nel lungo viaggio di ritorno da Salerno, così come alla ripresa degli allenamenti, non ne abbiamo parlato. E’ stata una cosa normale. Al Bacchilega entrano 300 bambini, la Primavera è l’apice del settore giovanile, io che alleno la squadra non posso essere il capo dei farabutti. Ai miei ragazzi sottolineo che le regole non vanno infrante nel rispetto del gruppo, non potevo comportarmi diversamente. Noi siamo questi, siamo arrivati in Primavera 2, che è qualcosa di incredibile, perché impostiamo da anni il lavoro in modo professionale, senza furbate di nessun tipo e questo alla lunga paga».

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