Calcio, la D ai club: decidiamo insieme se continuare o fermarci

Un referendum per decidere se continuare regolarmente il campionato di Serie D oppure se fermarsi fino al 24 novembre: a lanciarlo è la Lega Nazionale Dilettanti, che dà 24 ore di tempo alle società per prendere una decisione democratica.

"Il recente Dpcm - si legge nel lungo comunicato - ha previsto tra le attività sportive consentite il Campionato Nazionale di Serie D prevedendo, al contempo, che le gare vengano disputate a porte chiuse ed in assenza di pubblico. In virtù di tanto, il Consiglio del Dipartimento Interregionale Lnd, d’intesa con il Presidente Cosimo Sibilia, a partire dalle gare in calendario per la  prossima giornata, concederà a tutte le Società interessate l’autorizzazione a trasmettere, in deroga al C.U. n.19 del 15.9.2020 (Acquisto Diritti Audio Video) ed alla Circolare n.23 della Lnd, limitatamente al periodo in cui saranno previste le porte chiuse, in modalità live streaming, tutte le gare interne ed esterne sui propri canali web e social ufficiali, secondo le modalità che successivamente saranno indicate, fatti salvi tutti i diritti acquisiti dalle Emittenti televisive che ad oggi hanno acquistato i pacchetti. Il Dipartimento Interregionale intende richiedere ad ogni singola Società di esprimersi valutando due ipotesi alternative, con una formale consultazione che potrà consentire di maturare una decisione condivisa".

Ecco come si configura il referendum.

IPOTESI A                                                                                    

Prosecuzione del Campionato nel rispetto delle disposizioni del Dpcm del 24 ottobre con autorizzazione alle Società alla trasmissione delle gare in diretta, in modalità live streaming sui propri canali web e social ufficiali, per il periodo in cui sono previste le porte chiuse.

IPOTESI B

Sospensione dell’attività fino al 24 novembre, data della scadenza del Dpcm del 24 ottobre, salvo ulteriori e diversi provvedimenti che dovessero essere adottati.

La consultazione sarà così regolamentata:

A)     Quorum minimo delle Società votanti, non inferiore al 75% (125 su 166 club)

B)     Per l’ipotesi indicata sub B, trattandosi di una decisione in deroga al Dpcm, è richiesta una maggioranza qualificata dei due terzi delle società (111 su 166).      

Si precisa che la mancata partecipazione alla consultazione verrà computata come espressione di preferenza per l’ipotesi A).

I risultati saranno comunicati martedì 27 ottobre alle ore 15.

I moduli pervenuti oltre il termine stabilito non saranno considerati validi.  

Si precisa che sia in mancanza del quorum di voto del 75% delle Società, ovvero in mancanza del raggiungimento della maggioranza qualificata per l’Ipotesi B, l’attività del Campionato di Serie D 2020-2021 proseguirà così come previsto dal richiamato DPCM del 24.10.2020 e secondo il calendario previsto.

L'appello di Sibilia

“Consentire solo ad una minima parte delle nostre competizioni di proseguire, seppur a livello nazionale, non ci soddisfa - così il numero uno della Lega Nazionale Dilettanti e vicepresidente vicario della FIGC Cosimo Sibilia, prendendo posizione sul nuovo DPCM che consente alla Serie D e agli altri campionati nazionali organizzati dalla LND di andare avanti ma che di fatto ha bloccato tutte le attività regionali e giovanili. “Tuttavia saremo come sempre rispettosi delle disposizioni, ribadendo però la nostra perplessità rispetto a misure che impediscono di fare attività sportiva in maniera organizzata, al contrario di altre situazioni dove i controlli sono minimi o addirittura assenti - prosegue Sibilia - Sono stati annunciati nuovamente degli aiuti alle società sportive: mi auguro che almeno stavolta le parole si traducano in atti concreti. Altrimenti sarà la morte di migliaia di realtà dilettantistiche, con buona pace di chi, come la Lega Dilettanti e le società stesse, ha fatto di tutto per garantire la ripresa dello sport di base dopo il lockdown, mettendo a disposizione ingenti risorse economiche e compiendo ulteriori sacrifici. La misura adesso è colma e qualcuno dovrà prendersi la responsabilità di un disastro annunciato, invece di continuare a lanciare numeri e fare proclami come se il calcio a cui pensare fosse solo quello di vertice”.

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