Calcio, l'ex capitano del Cesena Adriano Piraccini: "Bolchi, un uomo straordinario"

Adriano Piraccini, quale ricordo conserva di Bruno Bolchi come uomo e come allenatore?


«È stato un uomo straordinario, tutto di un pezzo, una persona colta. Era un tecnico capace, un leader, autoritario, anche rude all’interno dello spogliatoio, a volte forse troppo, ma in certi frangenti era necessario esserlo in un mondo come quello del calcio. È stato per me, non dico il più bravo, ma il più importante allenatore per la mia carriera».


Quali furono le sue squadre allenate da Bolchi?


«Già la prima volta nel 1982 al Cesena mi fece una buona impressione, anche se poi il campionato finì male con la retrocessione in B, ma non fu sua la colpa di quel tracollo. Qualche anno dopo mi chiamò a Bari e accettai subito perché volevo fare una nuova esperienza lontano da casa e di lui mi era rimasto un buon ricordo. In una piazza come quella di Bari, diversa da quella di Cesena, Bolchi rimase sempre lo stesso come uomo e come personaggio, mentre come tecnico aveva acquisito più coscienza dei propri mezzi. Fummo promossi in A».


Una promozione che invece sfumò a Cesena.


«Nel 1993-94 ci ritrovammo a Cesena e tra noi si era ormai creata una stima reciproca. Per me erano gli ultimi anni di carriera, in cui diedi il meglio. Anche per merito suo si formò un gruppo coeso con giocatori straordinari. Rimane il rammarico e le lacrime per lo spareggio promozione perso a Cremona».

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