Calcio, Jidayi: «Ciao Ravenna, è arrivato il momento di smettere»

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Scarpe al chiodo, grazie di tutto. William Jidayi dice basta e saluta, tra poco meno di due mesi compirà 37 anni e ha deciso che è il momento di smettere. Non per motivi fisici, ma per una serie di concause che comprendono anche le delusioni degli ultimi due campionati, entrambi terminati con una retrocessione per il Ravenna. Molto discutibile la prima, nella quale però ricordiamo che Jidayi fu l’unico ad alzare la voce per spronare i compagni nel play-out con il Fano, meno opinabile quella del mese scorso. «Penso - dice William - che sia arrivata la volta buona per ritirarmi, purtroppo gli ultimi due anni sono stati difficili dal punto di vista degli obiettivi non raggiunti più che sul piano fisico. Anche mentalmente mi sento abbastanza stanco, fisicamente per la verità ho avuto un problema ad un flessore tra gennaio e febbraio e basta, quindi non smetto certamente per quello, anche perché poi disputai un trittico di gare in sette giorni. Avrei voluto chiudere con una salvezza, questo è un rammarico che purtroppo dovrò sempre portarmi dietro».

Duecento volte in B

Jidayi lascia dopo una carriera lunga ed onorata che l’ha portato a giocare per quasi 200 volte in serie B, sempre in squadre di lignaggio come ad esempio Avellino, Cittadella, Juve Stabia, Padova, Pro Vercelli e, brevemente, anche Sassuolo. Ma la sua storia calcistica è iniziata e finita nella sua città, come è giusto che fosse e come lui ha voluto: «Se penso agli anni con il Ravenna l’ultimo ricordo per me molto bello è stato l’abbraccio con i compagni alla fine della gara contro la FeralpiSalò che segnò la nostra eliminazione al secondo turno dei play-off nel 2019, perché fu un momento splendido che arrivò a suggellare una stagione straordinaria ed un risultato che sinceramente all’inizio non ci aspettavamo. Ma di quella partita voglio ricordare anche che fummo seguiti da tantissimi tifosi che vennero da Ravenna, quando ancora non c’era il Covid e il rapporto con la Mero era bellissimo. Riavvolgendo invece il nastro, io approdai in prima squadra dal Settore Giovanile, nel quale avevo cominciato a 10 anni. Arrivai a giocare in prima squadra con la proprietà di Gregori e Pelliccioni, cominciando dall’Eccellenza e vincendo i primi due campionati, con Zarattoni prima e Gadda poi in panchina. All’epoca giocavo terzino, durante la carriera sono avanzato facendo prima la mezzala e poi il centrocampista centrale, infine con gli anni sono arretrato nuovamente tornando qui».

Grazie a...

E’ il momento dei ringraziamenti, che sempre è di prammatica in questi casi: «Ringrazio la società, che mi ha dato la possibilità di tornare a vestire la maglia della squadra della mia città, poi tutti i compagni che hanno giocato con me e i tifosi, con i quali ho sempre avuto un rapporto splendido. Al Ravenna auguro di tornare molto presto tra i professionisti, perché è quanto merita questa piazza. Magari potesse succedere con una riammissione, ma, in ogni caso, anche tra un anno sudando sul campo non sarebbe male, perché l’etica del risultato sul campo un giocatore la sposa sempre».

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