Calcio, Gnassi: "Rimini in D? Vergogna, ci vedremo in tribunale"

RIMINI - Pronta la reazione del sindaco Andrea Gnassi dopo la decisione del Consiglio Federale della Figc di mandare il Rimini in serie D al cospetto di una classifica provvisoria con 33 punti in palio e con squadre che avevano anche giocato una gara in meno: <Vergognatevi! Vergognatevi! Vergognatevi! La scandalosa pagina che è stata scritta oggi durante il Consiglio Federale della Figc rappresenta un’offesa per Rimini, per i tifosi, per gli sportivi, per lo sport e per tutti quei valori che dovrebbero essere inattaccabili e che oggi sono stati calpestati senza pudore. Hanno vinto i giochi di potere, gli interessi commerciali e con una decisione presa a tavolino si è deciso di tirare una riga su una squadra e una società che doveva avere la possibilità di giocarsi le sue chance per il mantenimento della categoria. Invece per quei soliti meccanismi, che ormai nemmeno stupiscono più, si è scelto di far affondare una squadra e con essa una società sana, con un danno economico oltre che sociale. Tenetevelo voi uno sport e un calcio fatto così! Chi ha voglia di credere che si vince o si perde sul campo? Che si viene promossi e retrocessi sul campo? Che contano società con bilanci seri e pagamenti in regola? Infatti una società in regola, che ha pagato e continua a pagare tuttora gli stipendi, che non ha trascurato il settore giovanile che invece l’assurda decisione della Figc rischia definitivamente di compromettere, facendo pagare lo scotto a migliaia di ragazzi e ragazze. Ci sono e ci possono essere giudizi e opinioni diverse sulla gestione sportiva e le scelte tecniche. Ma il punto oggi è un altro.Il Rimini aveva il diritto di conquistare o perdere sul campo la serie, alla luce delle 11 giornate di campionato ancora da giocare e degli investimenti fatti a gennaio sul mercato per rinforzare la squadra. E’ stata tradita l’essenza dello sport e nascondendosi dietro algoritmi e tabelle si è voluta giustificare una scelta incoerente con quanto fatto per altri campionati e del tutto illogica, o meglio, che risponde a logiche che poco hanno a che vedere con i valori del campo. Si è deciso di ignorare le regole e di premiare gli equilibri, che nemmeno il Covid è stato in grado di intaccare. Con questa decisione è stato dimostrato, ancora una volta, che un altro calcio in Italia non è possibile. E chi si è reso artefice di questo sfregio, che poi è uno sfregio allo stesso mondo del calcio già compromesso, dovrà assumersene la responsabilità. Vergogna, signor Ministro! Vergogna, signori della Federazione Italiana Gioco Calcio! Vergogna, signori delle Leghe! Ogni discorso che farete, ogni azione che produrrete da oggi in poi sui ‘valori dello sport’ sarà solo pura ipocrisia davanti a una decisione come quella partorita quest’oggi. E Rimini ve lo dirà e ve lo ricorderà sempre. Siamo una città ospitale e libera. Ciò non toglie il nostro diritto di esprimere un giudizio netto verso chi in maniera scellerata usa il potere che ha per calpestare diritti, passione, regole e legalità del e nel calcio. Questo non sarà mai considerata persona degna di ricoprire ruoli di responsabilità né essere punto di riferimento di qualsivoglia tipo. Ci vedremo in tribunale, dato che come Comune stiamo verificando qualsiasi azione legale a tutela del rispetto delle regole e denunciando il danno sociale, economico e morale che tale decisione comporta per Rimini, il Comune, la società di calcio nata nel 1912, i tifosi e gli sportivi tutti. Segnaleremo nelle nostre iniziative legali come il punire una società sana come la Rimini Calcio sia inaccettabile sotto tutti i punti di vista, dato che peraltro risultano diverse società già ‘tecnicamente fallite’, e in deroga a tutte le regole stabilite. Oltre a questo, sosterremo la domanda di riammissione e i ricorsi al Tar, alla FIGC e al Collegio di Garanzia presso il Coni da parte della Rimini Calcio. E’ impossibile non pensare che queste azioni legali e non solo, voce di una comunità intera e indignata, non producano una totale revisione di questa assurda, vergognosa decisione>.

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