Calcio D, Rimini-Forlì di domenica nel nome di Ambrosini

Ha indossato diverse maglie Alex Ambrosini e una di queste se la vedrà subito di fronte domenica al Romeo Neri. Sempre biancorossa ma sarà quella del Forlì. Una casacca che il bomber fanese ha indossato in un passato molto recente: due anni fa segnando 18 reti in 35 partite in serie D. Bottino che di solito fa rima con campionato di vertice e invece fu tutto il contrario: «Già - sospira Ambrosini - è stata una stagione sofferta culminata per fortuna con la salvezza, i miei 18 gol almeno servirono a qualcosa. Mi chiedo ancora cosa non abbia funzionato quell’anno perché comunque eravamo forti. A volte capita di incappare in stagioni balorde anche se feci il mio dovere». Però al momento del rinnovo qualcuno l’ha pensata in modo diverso: «Non certo io, perché sarei rimasto a Forlì, mi sono trovato bene con tutti, però la società aveva altre idee e ci siamo separati restando comunque in buoni rapporti». E ora di nuovo il Rimini dove Ambrosini è cresciuto con il quale l’ultima volta vinse il campionato di serie D: «Splendidi ricordi, segnai anche il gol promozione contro il Romagna Centro e domenica si ricomincia per un’altra avventura insieme. Siamo pronti perché anche se abbiamo saputo solo mercoledì ufficialmente che si sarebbe giocato, mentalmente eravamo già entrati nell’ottica del debutto con il Forlì 5-6 giorni prima». Ne troverà diversi Ambrosini, da Vesi e Baldinini passando attraverso il tecnico Angelini con il quale vinse un campionato di serie D a Santarcangelo: «Il mister verrà per comandare la partita, di solito le sue squadre amano il palleggio, ma anche noi non saremo da meno. Peccato solo che lo stadio sarà deserto per il resto vogliamo subito far vedere chi siamo, siamo smaniosi di scendere in campo». L’ultima gara casalinga del Rimini fu il 15 febbraio con la vittoria sul Modena per 2-0 in serie C. «Non giochiamo una partita vera tutti quanti da tanti mesi, quindi la voglia è tanta. Non avremo punti di riferimento nel senso che è la prima gara appunto dopo tanto tempo, quindi c’è anche curiosità nel vedere a che punto siamo».

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