Calcio D, Rimini e Berghi: un lancio a sorpresa che ha funzionato

Rimini Calcio

Doveva essere una tranquilla domenica di allenamento. Filippo Berghi si è ritrovato titolare per sostituire Lo Duca nella delicata sfida poi stravinta 4-0 contro l’Athletic Carpi. Sembra più la trama di un film quello che è successo e a raccontarlo è lo stesso terzino classe 2003 che alla fine ha debuttato da titolare in campionato: «Siccome sono al quinto anno di liceo artistico ed è un periodo intenso a livello di verifiche, in settimana avevo saltato qualche allenamento mattutino ma comunque giovedì e venerdì pomeriggio sono andato con la Juniores. Domenica ovviamente ero già pronto per la tribuna, ci siamo visti con gli altri a pranzo come sempre poi mi sono recato in palestra dove ho iniziato il lavoro aerobico. Prima di cominciare la parte atletica, è arrivato Tonelli e mi ha detto di fermarmi perché Lo Duca non si era sentito bene. Così ho parlato con Gaburro e dopo la riunione tecnica pre-partita mi sono ritrovato a riscaldarmi con la squadra. È stata una sorpresa, ovviamente dentro di me mi sono detto di rimanere concentrato, non si trattava nemmeno di una partita così semplice».

Esame superato

Berghi ha cercato di lasciare da parte le emozioni e l’esame è stato superato.

«I compagni mi hanno aiutato a liberare la testa perché ovviamente c’era un po’ di nervosismo. Vedere gli spalti così pieni e sentire i cori mi ha dato una bella sensazione. A livello personale sono contento della prestazione, ho cercato di disputare una partita semplice e attenta. Autocritica? Potevo fare meglio qualche cross, non sono arrivato abbastanza cattivo sul fondo».

Il Rimini ha sfornato un’altra prova di forza dilagando nel punteggio.

«È stata una grande vittoria di squadra, un 4-0 molto importante. Siamo stati bravi a sbloccarla, poi li abbiamo lasciati palleggiare un po’ troppo ma nel secondo tempo li abbiamo rinchiusi nella loro metà campo».

Berghi, che aveva già debuttato in coppa e collezionato qualche minuto nel finale contro l’Aglianese, adesso vuole continuare il percorso di crescita tra i più grandi dopo la lunga esperienza nel settore giovanile del Chievo. «Spero di collezionare più presenze possibili, l’allenatore mi conosce e tutti lavoriamo al 100%. Io sono di Verona, ho passato dieci anni bellissimi in gialloblù ed era una seconda famiglia per me».

Il terzino ha cambiato vita e tra un calcio al pallone e l’altro non si dimentica ovviamente di progettare il suo futuro.

«Vado al liceo artistico ed è l’anno della maturità, l’indirizzo è architettura e ambiente. Mio padre è architetto e mi piace molto questo settore, ma anche il mondo del design e della moda. Vivo questa stagione anche come crescita personale sul piano umano».

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